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Di solito nel giorno del nostro compleanno vinciamo la Coppa del Mondo. Era successo nel 1989, la “prima” Intercontinentale dell’Era Berlusconi e si è ripetuto in occasione dell’ultima, nel 2007. Ieri abbiamo compiuto 114 anni ed è stata a suo modo una giornata storica. Ci siamo presentati a Nyon per l’ultima volta con questo assetto dirigenziale e societario. Abbiamo pescato l’Atletico Madrid, un avversario difficile ma che non stronca in anticipo i nostri sogni europei da unici italiani in Champions. Come al solito. Come nel 2007, quando nessuno si sarebbe mai immaginato una nostra vittoria, possiamo sognare. Non costa nulla.
Poi abbiamo giocato contro la Roma, la squadra indubbiamente più bella, ma forse anche più forte, del campionato. Loro freschi e riposati, noi reduci dalla faticaccia contro l’Ajax. Eppure abbiamo tenuto botta, abbiamo sofferto, abbiamo incassato alcuni colpi sfortunati (infortuni di Abbiati, Emanuelson e… Gabriel) e alla fine abbiamo rischiato pure di fare il colpaccio. Siamo tornati a saper soffrire, non moriamo mai e non andiamo in crisi quando si presentano le difficoltà. Proprio come accaduto con l’espulsione di Montolivo in Champions. Questo carattere lo dà Allegri e bisogna dargliene merito. Nonostante tutto ha ancora saldamente in mano la squadra. E, sono certo, tirerà fuori anche un gran bel derby. Nonostante l’assenza di Montolivo e nonostante non abbia nessuno per sostituirlo. Ma dovrà scegliere tra Matri e Niang. Non benissimo. E’ positivo però che il mister già pensi a Honda e a come lo farà giocare a partire da gennaio (a proposito aspettiamoci uno scoppiettante avvio del giapponese e poi un fisiologico calo). Significa che è sul pezzo e che già prepara la fase clou della stagione, che potrebbe essere più positiva di quanto non fosse lecito sperare. Ha già deciso: arriveranno un terzino e un mediano. Partiranno Amelia, Zaccardo, Robinho, Niang , Cristante, Saponara e Vergara. Bene, Max avanti così.
La stessa cosa non si può certo dire per la dirigenza. Una volta tanto non è stata quest’ultima a tutelare, proteggere e salvare la squadra, ma viceversa. Tanto per cominciare: quale dirigenza? Quella che ha costruito questa squadra, che bene o male è l’unica italiana ancora in Champions, nonostante i mille infortuni? Quella che è arrivata terza col pareggio di bilancio? Quella che risparmiando ha ringiovanito del tutto la rosa? Oppure quella che sta per nascere e che ha fatto di tutto per rivoluzionare il preesistente storico organigramma? Nel Cda straordinario di giovedì si avranno delle risposte. Finalmente sapremo quale sarà l’assetto. E quanto davvero conteranno le due anime della società. Non è difficile intuirlo.
Giovedì 19 nascerà ufficialmente il Milan di Barbara Berlusconi. Galliani diventerà improvvisamente una figura di contorno. Dopo essere stato per anni il centro del mondo Milan. Lo si capisce dal suo umore, dal suo smalto. Ben diverso da quello di solo due mesi fa. Lo si capisce dall’orgoglio col quale rivendica la paternitá di questa squadra che adesso si sta riprendendo. Lo si capisce dalla tensione che lo logorava negli ultimi 5 minuti di Milan-Ajax. Lo si capisce dalla solita incontenibile esultanza liberatoria al fischio finale.
E allora perchè finirà così? Con Galliani “accantonato” invece che al centro di una squadra costruita e cresciuta da lui, che magari quest’anno fará qualche altro miracolo? Finirà così perchè Barbara si chiama Berlusconi di cognome e perchè ha scelto il timing giusto per sferrare a Galliani la spallata decisiva. Non ce l’aveva fatta a Siena e nemmeno dopo il PSV, nonostante le “gufate” di qualche cortigiano più realista della regina (che oltretutto neanche se lo fila).
Finirà così perchè ormai è scritto. Fa niente se poi sul mercato arriveranno giocatori peggiori di quelli che ci sono, fa niente se arriverà un allenatore meno esperto e meno umile, fa niente se con le avveniristiche strategie di marketing, immagine e comunicazione il bilancio tornerè ad arrossire. Fa niente se il Milan continuerè a non vincere. Non ci auguriamo tutto questo, ma se dovesse accadere rimarremo sempre innamorati di questa maglia e di questi colori. Ma, dopo aver chiesto alla “presidentessa” di dire qualche volta Forza Milan, non vorremmo più vederla “distrarsi” o messaggiare mentre noi soffriamo le pene dell’inferno con l’Ajax al limite della nostra area. Perché, forse lei non lo sa, ma il Milan è una roba seria! Lo dimostra ancora chi alla sua veneranda etè ha voglia, carisma e forza di andare a Milanello e caricare i suoi come un grande condottiero. E ci riesce sempre. Prendere esempio grazie, perchè non basta il cognome…