Il Milan ce la fa. Nonostante una sofferenza lunga novantasei minuti, i rossoneri riescono a neutralizzare l’Ajax e ad accedere agli ottavi di finale di Champions League. La partenza, però, è negativa. Gli interni di centrocampo, Montolivo e Muntari, non ripiegano con la puntualità richiesta e non raddoppiano il portatore di palla avversario. In questo modo, i Lancieri possono sfondare sulle fasce e approfittare di qualche spazio tra le linee, malgrado Nigel De Jong metta in scena una grande prestazione e cerchi di coprire qualsiasi varco presente in mediana. Nei primi venti minuti, l’Ajax crea tre nitide palle gol: si creano i presupposti per una débâcle. Ma un grande Zapata riesce a immolarsi su Fischer e, dopo che Poulsen coglie il palo interno sugli sviluppi del solito calcio d’angolo affrontato senza concentrazione, un Abbiati insicuro nelle uscite ma decisivo nei momenti cruciali devia una conclusione pericolosa di Klaassen.
I rossoneri non riescono a ripartire e, come se non bastasse, a metà del primo tempo avviene l’episodio che potrebbe metterci in ginocchio: Montolivo viene espulso per un fallo ingenuo e sconsiderato. A San Siro si vedono gli spettri di un’eliminazione. Ma quando il gioco si fa duro, il Milan inizia a lottare. Per garantire equilibrio alla squadra, Allegri inserisce Poli al posto di un El Shaarawy alla ricerca del ritmo partita e dispone i suoi uomini con un assetto tattico prudente ma efficace. Il Milan si chiude nella propria trequarti, attendendo l’Ajax con ordine e attenzione, cercando di ripartire con Kakà (che fatica a trovare spazi) e Balotelli. E la mossa, specie dalla ripresa, dà i suoi frutti. Dopo una mezz’ora anonima, Mario inizia a tenere palla, a guadagnarsi falli e a fare salire la squadra. Muntari capisce di dover rimanere bloccato e di dover badare in prevalenza alla fase difensiva, mentre Poli entra bene in partita. E la difesa si destreggia alla grande: De Sciglio non trema dinanzi a nessun dirimpettaio, recupera palla e cerca di spingere, mentre Constant barcolla in determinate situazioni ma non molla e la coppia centrale funziona alla perfezione.
Il Milan non crea azioni, lascia il pallino del gioco all’Ajax, ma non subisce nemmeno palle gol. Le conclusioni che gli olandesi tentano dalla distanza, causate da azioni di mischia, fanno paura ma centrano lo specchio della porta in una sola occasione. De Boer continua a inserire attaccanti, ma i rossoneri si difendono con compattezza e ordine. E raggiungono l’obiettivo. Svolgendo la fase difensiva nel migliore dei modi, mettendo in circolo grinta e determinazione nel momento di maggior difficoltà, il Milan esce a testa alta da una situazione in apparenza complicata ed entra di diritto tra le sedici squadre più forti d’Europa. Ora, dopo i festeggiamenti, sorge spontanea una domanda: perché non giochiamo anche in campionato con lo stesso furore e la stessa cognizione tattica dimostrati stasera?