Eranio e i ricordi in rossonero: “A Genova mi insultarono quando lasciai. Baresi mi portò al Milan. Nella mia carriera ho due grandi rimpianti”

 Stefano Eranio, in un lunga intervista rilasciata a TMWmagazine.com, ha ripercorso le tappe della sua carriera, soffermandosi anche sulla parentesi rossonera. Arrivò al Milan nel 1992 dal Genoa, convinto dal numero 6 dei rossoneri Baresi: “Al Genoa non l’hanno presa bene e quando hanno saputo del mio addio hanno iniziato a insultarmi. Spinelli mi aveva detto che mi faceva un contratto a vita, io sarei rimasto ma le sue parole non erano vere. Ero l’uomo più importante ma guadagnavo meno di altri. Alla fine scelsi il Milan, anche la Lazio e l’Inter mi volevano ma si mossero tardi e Baresi in Nazionale continuava a spingere per farmi firmare con i rossoneri”.

Arrivò a Milano come erede di Tassotti ma l’attuale vice allenatore del Milan non aveva nessuna intenzione di smettere così Eranio fu spostato a centrocampo: “Il limite consentito per gli stranieri in campo era di 3 e per noi italiani c’era più spazio. Le prime 12 partite le feci da titolare, poi ricordo una partita a Napoli dove vincemmo 5-1 con gol mio e quattro di Van Basten, che subito dopo decise di operarsi. E siccome all’epoca si giocava con 3 stranieri in campo e senza di lui si liberava un posto Capello senza dirmi niente dalla gara successiva mise Gullit al posto mio. Il calcio è strano”.

Comuqnue fu protagonista di quel grande Milan anche se un grave infortunio lo costrinse a saltare due finali rimaste nella storia: “ Mi si staccò il tendine d’Achille cinque giorni prima della finale di Champions League contro il Barcellona, per cui in un colpo solo persi due eventi importantissim, quella e il Mondiale in USA. Al mio posto ai Mondiali andò Nicola Berti. Riguardo la Champions ricordo che dovevo essere titolare in finale. Il Milan vinse alla grande, 4-0. E mi portarono la coppa a casa”.

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