Un anno da dimenticare in fretta, un anno di quelli che possono invertire la rotta di una carriera. Il 2013 di Stephan El Shaarawy è stato un incubo, un capitolo da archiviare in fretta per non gettare al vento tutto il lavoro fatto in precedenza. Fra infortuni, voci di mercato e sostituzioni sempre più frequenti, il Faraone ha dovuto subire un ridimensionamento così veloce quanto era stata veloce la sua consacrazione di fine 2012. Il campioncino visto esplodere prepotentemente, tanto da conquistare anche la titolarità nella nazionale di Cesare Prandelli, non c’è più e sembra essere entrato in un tunnel senza fine.
Eppure il nuovo anno si era aperto sotto i migliori auspici. Una squadra che puntava su di lui per la definitiva risalita in campionato, una Nazionale che lo aspetta per la Confederation Cup in Brasile. Ma, dopo il gol a fine gennaio contro l’Atalanta in campionato, una consacrazione che era ormai dietro l’angolo si è trasformata in una discesa senza fine. L’arrivo di Balotelli, con cui avrebbe dovuto formare la coppia dei sogni sia in Nazionale che in rossonero, lo offusca e l’italo egiziano non è più quello straordinariamente ammirato fino ad allora. Il gol bellissimo nel derby è solo l’ultimo sprazzo di classe di un anno che da lì in poi riserverà solo delusioni.
Poi prestazioni in colore, sostituzioni e panchine in una squadra che conquista la qualificazione grazie alla stella brillante di Mario Balotelli. L’estate porta polemiche e notizie infinite su una sua possibile cessione all’estero. Il Milan decide di puntare su di lui ma, dopo la rete all’esordio ufficiale di Eindhoven nell’andata dei play off Champions, l’ex Padova si infortunia. Nel campionato in corso ha messo assieme solo quattro presenze, senza mai andare in gol. La delusione e la rabbia sono tante anche perché ad ogni suo rientro ha corrisposto un nuovo infortunio. Ora la nuova ricaduta ha fatto terminare anticipatamente il suo 2013 ma, visto l’andazzo, forse è meglio così.