E ti pareva. Nella settimana in cui Mario Balotelli non aveva fatto cazzate, non aveva mandato a quel paese nessun arbitro o assistente o addizionale o ispettore di Lega, non aveva litigato con nessun compagno, non aveva nemmeno fatto a cazzotti con un avversario, nonostante l’insulto razzista che tutti hanno visto, ma di cui nessuno parla, di Spolli, insomma, nella settimana in cui Mario Balotelli aveva semplicemente fatto il calciatore, per giunta puntuale agli allenamenti, ecco, in quella settimana ci pensa un prode paladino della moralità a riaccendere i riflettori su Mario Balotelli e per proprietà transitiva su sè stesso.
Qualche giorno fa, infatti, su Tuttosport, a firma Guido Vaciago, é uscito un articolo nel quale, tra le altre cose, si tornava sul vecchio e caro e trito e ritrito adagio del calciatore-che-guadagna-un-sacco e che dovrebbe essere più umile in virtù di cotanta fortuna, ricordandosi degli operai che si spaccano la schiena per mille euro, magari dei minatori che respirano carbone o dei laureati che finiscono a lavorare in un call center a 400 euro part-time. Ora, tanto per deontologia, quanto per scelta professionale, non discuto mai il lavoro di un collega. Sono fatto così. Ognuno è libero di interpretare la professione come meglio crede e proprio nelle ore in cui un noto comico-blogger-politico invita alla delazione i suoi accoliti segnalando chi parla male del suo movimento, non sarò certo io a fare altrettanto nei confronti di uno specifico giornalista. Però Vaciago mi dà spunto per un paio di riflessioni.
Innanzitutto, preciso una cosa: non sono un sodale di Balotelli, ne sono un semplice tifoso, di quelli che credono che lui un po’ di cervello in più dovrebbe averlo, per evitare diverse antipatiche situazioni. Detto ciò, a me pare chiaro come Balo logori chi non ce l’abbia. Diventa antipatico nel momento in cui non gioca per la tua squadra, a volte anche quando ci gioca in realtà, ma con la differenza che almeno quando ti piazza una giocata puoi chiudere un occhio. Essendo un fenomeno mediatico senza pari, in questo momento di povertà calcistica italiana, per avere un po’ di attenzioni basta scrivere qualcosa su di lui: su come cammina, su come corre, su come si gratta la testa, qualunque argomento, purché si scriva di lui. Possibilmente con accezioni negative. Il guaio é che lui questo fatto non sembra averlo davvero capito, dal momento che non perde occasione per dimostrare ai suoi detrattori di avere ragione. Mario Balotelli, al momento, é l’unico giocatore italiano ad avere potenzialità da top player. Avesse avuto la testa di un Nocerino, tanto per dire, sarebbe già sul podio dei primi tre attaccanti al mondo, dietro Messi e CR7. Rimane un patrimonio del calcio italiano. Quando tutta la stampa lo capirà ed eviterà di amplificare ogni suo starnuto, forse, avremo l’attaccante del futuro. Non solo del Milan.
This post was last modified on 7 Dicembre 2013 - 13:36