Fossilizzarsi solo su De Jong, Montolivo e Muntari, fermo restando che l’olandese ed il capitano non possono non esserci e rimanere visto il “resto”, non è sinonimo di sicurezza. Nemmeno di forza, perché a livello tecnico Poli vale più di Muntari. Avversario e competizione richiedono caratteristiche e giocatori diversi: servono i muscoli di Muntari, ma servono anche, spesso di più, i piedi e l’ordine di Poli. Andrea fin qui si è dimostrato importantissimo, però la sensazione è e rimane quella di venir impiegato meno di quello che gli spetterebbe per le cose che ha messo in mostra. Da Verona a sabato scorso il numero 16 rossonero è stato sempre convocato, ha giocato 7 sfide su 11 da titolare (ma solo in due occasioni è rimasto in campo fino alla fine), in 3 occasioni è partito dalla panchina (ed è sempre entrato) e con la Fiorentina per la prima volta è rimasto fuori.
Troppe sostituzioni e incompleta fiducia, anche se i minuti disputati non sono pochi (610 in Serie A). Poli non è mai stato escluso o bocciato. Ma è in Champions che la differenza tra Poli e i compagni di reparto è pressoché netta: 4 minuti col Celtic, 11 con il Barcellona; con l’Ajax novanta. Rispetto a Muntari, il vero “duellante” per un posto dal 1’, è stato schierato quasi 3 volte di meno: Sulley è a quota 270’ contro i suoi nemmeno 100. Il palcoscenico è di grande livello ma è assolutamente adatto a Poli, che merita di avere più peso in questo Milan.
This post was last modified on 4 Novembre 2013 - 23:52