Lasciare il Milan è stata una decisione drastica dovuta a delle divergenze in fase di discussione sul rinnovo del contratto ormai scaduto: “Il contratto col Milan era scaduto e mi offrirono un rinnovo di due anni, ma io volevo un triennale. Ho ventinove anni e vedo davanti a me ancora un bel pezzo di carriera, così ho deciso di tornar all’Arsenal per lavorare sulla mia condizione fisica. Ho lavorato per un mese col preparatore atletico Tony Colbert per poi firmare coi Gunners. Sono tornato a casa“. Poi parla di come si viveva il calcio al Milan: “Ho avuto l’opportunità di giocare con leggende come Maldini, Kakà, Ronaldinho e Beckham. ho imparato molto: L’approccio alla gara, la mentalità e il gioco stesso in Italia sono differenti. Bisogna essere forti tatticamente. Ho lavorato duramente per capire i movimenti esatti che avrei dovuto fare sul campo. Uno scudetto e anni positivi sono ciò che mi è rimasto“.
Inghilterra campionato fisico, Italia campionato tattico. Non sono novità. In Serie A gli spazi si riducono e la copertura di questi per un centrocampista difensivo come Flamini diventa importantissima. Imparare poi a sfruttare quei pochi che vi sono lo è ancora di più. In cinque anni di Milan con 122 presenze all’attivo (di cui 96 in Serie A) e 8 gol, Flamini può essere considerato uno dei centrocampisti più utili alla causa rossonera: nonostante non abbia mai giocato con regolarità, il suo apporto quando chiamato in causa era di quelli da sottolineare per cuore, grinta e carattere. Un cuore rossonero a cui vanno i migliori auguri per la Premier in cui sta lottando da protagonista.
This post was last modified on 19 Novembre 2013 - 14:14