Quattrini. Tanti. E proprio per questo motivo tali da far la differenza. L’esonero di Massimiliano Allegri è saltato per una questione economica, prima che per altre considerazioni di opportunità. Che pure non sono mancate.
Secondo fonti molto vicine alla società sentite e verificate da SpazioMilan.it, il tecnico del Milan non avrebbe accettato di “levare le tende” con buonuscite al ribasso. La società, infatti, non sarebbe stata disposta a garantirgli lo stipendio al cento per cento fino a giugno. Anche perché contestualmente avrebbe dovuto spendere altre risorse per contrattualizzare un traghettatore. Il piano, dunque, era chiaro: cambiare allenatore senza spendere un euro in più del dovuto ad Allegri. Quindi andare a forfait sugli emolumenti dovuti dalla società da qui a fine stagione e investire la differenza nello stipendio per una nuova figura come quella di Devis Mangia.
Se da una parte Silvio Berlusconi sembrava disposto a uscire da questo schema, pur con riserve sull’ingaggio dell’ex commissario tecnico dell’Under-21, dall’altra ha prevalso la linea del rigore economico da parte di Adriano Galliani trovatosi di fronte alla rigidità di Allegri sul taglio dello stipendio dei prossimi mesi. A quel punto il banco è saltato: col tecnico toscano al suo posto, ma in bilico. Con l’obbligo di vincere contro il Genoa, alla ripresa del campionato. Altrimenti anche la questione economica finirà inevitabilmente in secondo piano.