Dopo qualche mese di silenzio, a seguito della sua uscita di scena dal PSG: ecco Leonardo. Ex giocatore, dirigente e allenatore del Milan, il passato rossonero, nella lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, non lo dimentica ma non vuole riviverlo. “Non credo che il Milan mi vorrebbe. Dopo quello che è successo, tornare sarebbe impossibile. Chi dà il pugno si dimentica, ma chi lo prende no“.
Barbara Berlusconi? “Non la conosco dunque non mi esprimo, ciò che ha fatto Galliani però rimarrà nella storia“. Ancora sul Milan, un’altra stoccata: “E’ indietro rispetto all’Inter. Manca la chiarezza degli obiettivi, che è sempre stata la caratteristica alla base del successo del Milan”.
Diverso il trattamento riservato ai cugini: “Io non so se Thohir mi voglia, in ogni caso ho un rapporto stretto con il presidente Moratti che sa tutto di me, conosce le mie idee. Se Thohir chiamasse, lo farebbe in base alle informazioni che Moratti può dargli. E ricoprire un ruolo qualsiasi a stagione in corso non è il massimo. Questa pausa mi serve per riflettere, ma non voglio stare molto fuori dai giochi. La squalifica è stata molto dolorosa, ma per fortuna, strascichi legali a parte, è finita”. La situazione attuale dell’Inter? “Manca ancora qualcosa, ma sta facendo il meglio che si può fare nella situazione che sta vivendo. I giovani crescono, Mazzarri è bravissimo”.
Sui tanti ruoli ricoperti fin qui: “Io mi sono limitato a cogliere le opportunità. Galliani mi ha dato quella più grande, senza di lui nulla sarebbe successo. Ora ho accumulato esperienza e vedremo cosa succederà, ma un ruolo dirigenziale implica un lavoro politico e il lato politico della questione non mi piace. Voglio vivere lo sport, quindi tornare a fare l’allenatore, perché no? Io mi sento legato alla costruzione di una squadra. Al risultato”.
Niente politica però: “Non mi piacciono certi rapporti e non mi è piaciuto neppure come si è comportato Platini nei miei confronti. E’ andato in giro a dire cose inaccettabili e infondate su di me. Lui è un politico e un invidioso”
Su Kakà: “È stato il primo affare concluso da dirigente del Milan. Lo considero l’affare perfetto, sia a livello calcistico che a livello umano. Con Kakà si è creato un legame che non si è mai spezzato, è un amico. Credo debba giocare da trequartista. Ha entusiasmo, è un giocatore intelligente e sta prendendo per mano il Milan ora che la squadra ha molto bisogno di una guida. Ma non è facile cambiare adesso. Per cambiare ruolo devi cambiare la testa: Kakà è ancora molto nella fase gol. Gli piace giocare bene, ma anche segnare. Ci vuole tempo ad adattarsi a altri compiti“.
Ancelotti a Madrid: “Non ha una missione facile. Deve aggiornarsi, adeguarsi alla situazione. A Madrid servono cose diverse rispetto a quello che serve in altri club“.
Mou o Guardiola? “Mourinho. Perché è più facile trovare uno come Guardiola piuttosto che uno come lui, che muove tutto da solo. Messi o Ronaldo? Oggi dico Cristiano. La sua personalità si è evoluta, mentre la crescita umana e del personaggio Messi un po’ manca. Non si nota, e anche il campo alla fine ne risente”.
(Foto Gazzetta dello Sport)
This post was last modified on 22 Novembre 2013 - 13:41