Sul ko contro la Viola: “Contro la Fiorentina è stata una partita difficile, perdere 2 a 0 a San Siro è sempre una sconfitta pesante. Parlare ora serve a poco, non è certo la cosa migliore ma può essere un inizio”.
Su Allegri: “Lascio a lui gli aspetti tattici, l’importante adesso è diventare un gruppo, trovare un gioco da esprimere in maniera automatica e poi saremo più contenti”.
Sul Barcellona: “Contro il Barcellona non è mai facile giocare, loro si trovano a meraviglia. Per noi è un momento complicato: partire da sfavoriti può essere negativo ma anche positivo. In questi giorni la squadra deve capire l’opportunità che ha, in Champions possiamo subito risollevarci. Prometto volontà ed impegno, darò il 100% per fare una bella partita come quella dell’andata. Ma non sarà per niente facile affrontare il Barça”.
Sul gol contro la Lazio: “Ritrovare il gol con la Lazio è stato bellissimo, però mi è dispiaciuto non aver segnato il 3 a 2 a Parma che ci avrebbe fatto vincere una partita importante. Ma tornare a gioire a San Siro è stata un’emozione unica che mi porterò sempre nel cuore”.
Su Balotelli: “Mario è un bravissimo ragazzo, deve solo imparare alcune cose: le responsabilità che ha nel Milan e nella Nazionale. E’ un punto di riferimento importante anche per i ragazzini, deve gestirsi meglio”.
Sulle parole di Barbara Berlusconi: “Preferisco non dire niente, abbiamo già i nostri problemi da risolvere e da giocatore penso solo alla tattica e alla tecnica. Toccherà alla società”.
Spazio, infine, ai ricordi: “Il mio momento più bello della mia carriera è stato il 2007 con il Milan: Champions, Mondiale per Club e Pallone d’Oro. E’ stato un anno perfetto. Proprio in quell’anno ho segnato il mio gol più bello, il secondo all’Old Trafford contro il Manchester United. Se ci metterei ancora la testa? Non lo so, penso che in situazioni così la cosa più semplice è non pensarci. Il momento più brutto, invece, l’ho vissuto durante il Mondiale del 2010, subendo un infortunio al ginocchio che mi costrinse a stare fuori 6 mesi e che mi tolse molte certezze. Non ho mai capito quando potessi diventare davvero Kakà, all’inizio pensavo solo a diventare importante per la squadra della mia città, il San Paolo. Mai mi sarei immaginato di arrivare dove sono arrivato. Arrivare a vincere un pallone d’Oro con Messi secondo e Cristiano Ronaldo terzo è stato bellissimo. Rivincerne un altro? Io ci credo, adesso però un passo alla volta: fare bene con il Milan e poi con la Nazionale al Mondiale. Ronaldo il “Fenomeno” è stato il giocatore più forte con cui ho giocato: nessuno faceva in campo quello che faceva lui. L’allenatore che porto più nel cuore è Ancelotti, con cui ho vissuto i momenti migliori della mia carriera. Ma con tutti gli allenatori ho sempre avuto un ottimo rapporto”.
This post was last modified on 5 Novembre 2013 - 11:36