SpazioMilan ha aperto una nuova rubrica dedicata alle parole, ai ricordi, alle testimonianze dei tifosi rossoneri che, a loro modo, possono scrivere, ripercorrere e raccontare il “loro” Milan. Potete inviare la vostra mail a redazione@spaziomilan.it o lasciare un messaggio sulla nostra pagina Facebook.
Alla fine doveva succedere. La contestazione della Sud c’è’ stata ed è stata dura e decisa. Forse feroce in alcuni casi ma comprensibile dopo tanta pazienza, anzi troppa per i miei gusti. La loro determinazione a supportare le scelte della società e accompagnare i ragazzi durante un difficoltoso cammino, aveva persino insinuato dubbi in me stesso. Sarò mica diventato così vecchio e polemico da borbottare per qualsiasi evento coinvolga il Milan? Dico davvero, ho pensato seriamente di essere dalla parte del torto. Ma purtroppo gli eventi non hanno fatto altro che alimentare miei dubbi sull’operato di via Turati e sull’impegno dei giocatori.
Solo la certezza della mediocrità del nostro allenatore non ha subito mai interruzioni. La parte da “puffo quattro occhi”, quello che gridava la famosa frase “l’avevo detto io”, non mi piace affatto. Ed infatti,chi mi conosce lo sa, avrei preferito davvero essere oggetto di scherno per aver dubitato della solidità della società rossonera. Purtroppo la realtà sta dando però ragione a noi pazzi ed ingrati che ci radunammo a Milanello in quel lontano 20 Luglio 2010 e dopo aver perso fiato nel gridare la mia rabbia per lo scempio che si stava perpetrando, era ora che qualcuno desse forza a questo malcontento. L’incontro della Sud con Kakà e Christian Abbiati ha dimostrato quanto da tutti sospettato. C’è gente che nonostante non sia da Milan e ci giochi a discapito della Dea del calcio, non riesce neppure a capire quanto sia fortunato e preferisce una serata tra ballerine e champagne allimpegno e professionalità per onorare la maglia. La casacca rossonera è una responsabilità che cammina in proporzione ai pesanti stipendi che ne comporta.
Ma in pochi sembrano soffrire della situazione del Milan e chi lo fa ha avuto pure le palle di incontrare gli arrabbiati tifosi fuori dallo stadio. Che Ricky fosse unico lo sapevamo bene. La scintilla che mi spinse ad una forte contestazione con i Non Evoluti nacque proprio dalla sua cessione. È vero il detto che quello che conta è la maglia ma Ricky ha sempre rappresentato qualcosa di più per noi milanisti. E ieri stasera ha dimostrato il perché di tanto amore e rispetto. Tornando a ieri sera, la conferma telefonica di Allegri suona davvero come una coltellata al fianco di Galliani. Il presidente che cacciò Tabarez e Terim per molto meno, sembra lanciare messaggi chiari e definitivi. Avete voluto la bicicletta? (Galliani che lotta per la conferma di Allegri) Adesso pedalate fino alla fine del traguardo.
D’altronde, più il Milan andrà male e più sarà facile liquidare il Gatto e la Volpe senza che ci si possa più attaccare a ranking e numeri da social network. La classifica e il gioco del Milan sono i peggiori della storia che mi ha visto innamorato dei colori rossoneri. Ma all’orizzonte sembra fare capolino una nuova era. Non sarà forse vincente come quella passata per parecchi anni in compagnia di Silvio Berlusconi. Ma sicuramente diversa da questa patetica accozzaglia di amici di merenda che con gli interessi del Milan hanno davvero avuto poco a che fare. Il tifoso milanista ha accompagnato i colori rossoneri ovunque, persino in B. Lo ha fatto con onore e senza lasciare la squadra orfana del suo amore. Il fatto che lo stadio si sia svuotato lentamente e che la Sud abbia reagito con una violenza verbale che non si vedeva da tempo, fa capire quanto si sia arrivati a toccare il fondo. C’è ancora chi non l’ha capito e ostenta tracotanza nel ricordare di aver vinto uno scudetto al primo anno. Peccato che noi si sia abituati ad altro, fortuna che questo strazio finirà presto…magari anche prima di Giugno.
Alessandro Jacobone (Milanisti Non Evoluti) – @Nonevoluto