UPDATE (19.45) – Qualcosa da aggiungere a proposito delle dimissioni di Adriano Galliani. Il presidente Silvio Berlusconi le accetterà? Questa è la domanda e questo è il punto sul quale si discuterà nelle prossime ore. Non è detto che l’addio di Galliani sia così definito e definitivo. Da Arcore per il momento non giungono segnali e questo rafforza l’idea che il presidente stia cercando una mediazione per evitare alla società e alla squadra un cambio che, a questo punto della stagione, sarebbe comunque traumatico. (Fonte: SportMediaset.it)
“E’ stata lesa la mia reputazione, sono d’accordo con il ricambio generazionale, ma andava fatto con eleganza, non in questo modo”. Con queste parole molto amare Adriano Galliani scrive la parola fine tra lui e uno dei suoi più grandi amori, il Milan. Che le due strade si sarebbero separate alla fine di questa stagione era ormai noto tutti che questo distacco avvenisse addirittura prima di gennaio era un po’ meno scontato. 27 anni di passione (diventa amministratore delegato nel 1986), di lavoro, di successi (moltissimi), di qualche fallimento e di pagine brutte come la famosa notte di Marsiglia. Galliani al Milan ha rappresentato tutto questo, nel bene e nel male ci ha sempre messo la faccia, è stato criticato quando le cose non andavano bene e si è preso elogi, meno di quelli che si meritava, quando il Milan costruito da lui dominava il mondo. Aveva e ha tutt’ora un rapporto speciale con il presidente Silvio Berlusconi con cui ha condiviso ogni mossa all’interno della società.
Galliani è stato praticamente perfetto quando le finanze non avevano freni costruendo una squadra invincibile negli anni ’90 ma è stato capace di trionfare anche nell’ultimo decennio quando da Arcore gli assegni destinati al Milan erano sempre meno. Grandissimo conoscitore di calcio e molto appassionato di Milan, ha saputo trattare con i più grandi del calcio, riuscendo spesso a vincere. In lui molti tifosi riponevano le speranze, lo sentivano vicino anche per quel modo di esultare in maniera scatenata, molto più simile a un ultras in curva che a un dirigente in tribuna. Si è scritto che avrebbe accettato qualsiasi decisione di Berlusconi e invece ha dimostrato di essere una persona pensante e che a un certo punto, messo alle strette da Barbara, ha saputo dire di no, ha saputo dire basta. Un monumento del Milan si poteva e si doveva congedare in un altro modo, aspettando la fine della stagione e magari si poteva cercare di trovare un compromesso, assegnandoli magari un ruolo da “ministro degli esteri” o ambasciatore della società. Così non è stato, Barbara ha reclamato spazio, tutto e subito e così dopo la gara di Champions contro l’Ajax Galliani saluterà. Si dopo una notte europea, perché è in Europa che il suo Milan ha regalato le gioie più grandi e le gare più incredibili, è in Europa che lui pretendeva la maglia bianca per le finali ed è giusto che lasci dal palcoscenico più importante.
Un dirigente tifoso, scaramantico, sempre con la cravatta gialla porta fortuna, che ha avuto la fortuna di vincere tutto. Sostituirlo e fare altrettanto bene sarà quasi impossibile, per tutti non solo per Barbara, e anche a livello di immagine e di comunicazione il Milan perderà molto perché Galliani racchiudeva in sé tutte le caratteristiche del manager, dell’imprenditore e del dirigente sportivo. Capace di parlare ai giornalisti e di crearsi una rete di sponsor unica in Italia, capace di salvaguardare il bilancio rinunciando a grandi giocatori (Ibra e Thiago su tutti) quasi con le lacrime perché il suo cuore ragionava da tifoso, e capace di regalarsi un ultimo regalo, quel Riccardo Kakà che ha riportato a Milano dopo 4 anni praticamente a costo zero.
Comunque la si voglia guardare questa per il Milan rimarrà una stagione storica, segnerà la fine di un’era quasi impareggiabile. “I dirigenti passano, il Milan resta” aveva detto qualche giorno fa; è vero Adriano ma un dirigente come te, che ha dato tutto per la storia di questa squadra passerà un po’ più difficilmente degli altri. Certi amori non finiscono Adriano, ora goditi le partite da vero tifoso.