Un novembre davvero intenso, quello vissuto da Urby Emanuelson. Il terzino rossonero, infatti, nell’ultimo periodo sembra aver di nuovo scalato in modo prepotente e evidente le gerarchie di Max Allegri, che mai ha perdonato a Kevin Constant la sciagurata prestazione di Parma. Con il francese ancora dietro la lavagna Emanuelson ha recuperato il ruolo di primo piano che aveva nel primo periodo di gestione del tecnico livornese.
A conferma di ciò parlano i dati: impiegato per tutti i novanta minuti sia al Camp Nou sia nella trasferta di Verona, Emanuelson ha convinto il suo allenatore a tal punto da guadagnarsi la riconferma anche nella gara più importante. Quella che, nel bene o nel male, segnerà in modo definitivo il suo destino.
Perché questo improvviso ritorno di fiamma per il numero 28? Molto probabilmente per la sua duttilità e il suo spirito di adattamento, che lo portano a ricoprire senza preferenze tutti i ruoli della fascia sinistra (non è detto, infatti, che in qualche frangente della partita Allegri non decida di riportarlo infatti nell’antica posizione di mezz’ala). Prezioso sia in fase di impostazione che di recupero palla, l’olandese è ritornato dunque ad essere ciò che era negli anni di Ibra: un elemento imprescindibile nello scacchiere orchestrato dal tecnico livornese, capace di dare equilibrio e sostanza.
Nei momenti più difficili, si sa, cerchi l’appoggio degli uomini in cui credi di più. E Allegri in Emanuelson ci crede, e anche tanto. Lo ha sempre dimostrato, quando sembrava fosse una meteora in mezzo in tante stelle. Lo dimostra ancora oggi, in cui è alla ricerca disperata di qualche certezza e un po’ di qualità al suo gioco.
This post was last modified on 23 Novembre 2013 - 17:02