Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.
Forse è troppo presto per parlare di “caso” ma, quando si parla di Mario Balotelli, come al solito, nulla può considerarsi mai scontato o banale. Non sono scontati e banali i suoi atteggiamenti dentro e fuori dal campo, come non lo sono le sue giocate sul rettangolo di gioco. Negli ultimi dieci giorni, però, entrambe le peculiarità di Supermario non sono mai state così vicine da sembrarlo. Un ritorno dalla Nazionale dopo le mille polemiche extra calcistiche che lo hanno visto protagonista ed un infortunio a ritardarne il rientro in campionato dopo la lunga squalifica subita. Dire che il suo rientro in campo sia stato in sordina certamente significa usare un pallido eufemismo.
Le dichiarazioni di Mino Raiola, prima della gara contro il Barça, hanno suscitato scalpore e fatto suonare un piccolo campanello d’allarme. “Sicuramente l’Italia non sarà la fine della sua carriera, ma abbiamo altri 4 anni col Milan e non pensiamo di voler lasciare l’Italia per questa ragione. Non vorrei lasciasse il paese per troppa pressione mediatica”. Per chi in questi anni ha imparato a conoscere il guru dei procuratori sa che queste potrebbero essere parole importanti che potrebbero aprire scenari impensabili solo fino a qualche settimana fa. Certo nell’assunto di Raiola non c’è nulla di davvero clamoroso ma quello che preoccupa sono le prestazioni del giocatore dopo quest’intervista.
Certo, potrebbe passare l’idea che chi vi scrive sia uno che sposa a pieno la cultura del sospetto e che sta dalla parte di chi in un certo senso si accanisce mediaticamente verso il personaggio “Mario Balotelli”, ma legare le due situazioni descritte sopra, non mi sembra al momento così fuori dal Mondo. Il Balotelli visto nel secondo tempo contro il Barcellona, nel primo contro il Parma e nella gara contro la Lazio, sembra davvero un altro giocatore rispetto a quello che abbiamo imparato a conoscere. Sia dal punto di vista tecnico che sotto quello caratteriale. Si può parlare di un calo fisico, di un momento di appannamento oppure di una naturale convalescenza dopo un infortunio (peraltro abbastanza lieve), ma è il suo comportamento in campo che desta qualche sospetto.
Poche volte si è preso la responsabilità della giocata e quando lo ha fatto non ha ottenuto grandi risultati, non è mai stato incisivo e non ha mai illuminato la platea con uno dei suoi colpi, è sembrato addirittura troppo timido ed avulso alla manovra della squadra. Fa specie, poi, vedere uno come lui che viene sostituito al 50′ e non batta ciglio o che subisce falli e fischi arbitrali controversi e non si lasci andare alla minima protesta o lamentela. Magari già da domani sarà pronto a smentirmi, ma l’esplosione di Kakà ha fatto addirittura passare in secondo piano il presunto “mal di pancia” di Raiola (che se esiste è senza dubbio anche di Balotelli) e le prestazioni anonime della punta rossonera.
Il che, per chi si lamentava della troppa pressione mediatica che c’è sul calciatore, potrebbe anche considerarlo come un bene e, pensandola logicamente, non può essere che così, ma quando si parla di un personaggio mai scontato e mai banale (come detto sopra) la percezione delle impressioni può cambiare volto. Kakà sposta su di se attenzioni, applausi e riflettori sia dal punto di vista mediatico che ambientale e Balo non è più la superstar, il calciatore più acclamato, quello più amato. Mario, si sa, non ha mai sofferto troppo le pressioni e la sua freddezza ed il suo “menefreghismo” in campo lo hanno sempre dimostrato.
Ora, però, proprio questi suoi due segni distintivi stanno venendo meno e si potrebbe pensare che l’arrivo di Kakà lo stia un po’ offuscando. Cosa inconcepibile per chi come lui è abituato ad essere l’attore protagonista e non una semplice comparsa. Le dichiarazioni di Raiola aggiungono l’ingrediente necessario per rendere la pietanza piccante al punto giusto. Che sia il classico ed anche comprensibile periodo difficile o un vero e proprio mal di pancia che apri ad una strategia che potrebbe portarlo altrove presto, molto presto?
This post was last modified on 3 Novembre 2013 - 00:31