Allegri in bilico e le bandiere rossonere si schierano: Sheva lo difende, Pippo e Clarence invece…

INZAGHI E SEEDORF MILAN-NOVARADire che Massimiliano Allegri non sia visto di buonissimo occhio è ormai un’affermazione degna di monsieur Jacques de La Palice. Il tecnico livornese ascolta ormai da qualunque direzione il “rumore dei nemici” di mourinhana memoria: le lamentele dei tifosi, stanchi ed abbattuti, sono all’ordine del giorno, le critiche del presidente Berlusconi su gioco e prestazioni, pure. Spesso ci si mettono anche opinionisti televisivi, ex allenatori o calciatori, con l’ex mister del Sassuolo che però è sempre riuscito a farsi scorrere tutto addosso ed a mantenere calma e concentrazione per dedicarsi completamente ai suoi ragazzi e alla difficile rimonta in campionato.

Premettendo che al momento la sua panchina non è a rischio, c’è da dire che negli ultimi giorni, tanto il fronte dei “pro” quanto quello dei “contro” si è ampliato ed i nuovi elementi sono tutt’altro che persone qualunque, visto che ai loro nomi è legato un pezzo importantissimo della fulgida storia rossonera, gente che fino a qualche anno fa faceva parte di uno spogliatoio di grandi uomini prima che campioni. Partendo dai (pochi?) sostenitori di Allegri, annoveriamo Andriy Shevchenko, che in questi giorni ha compiuto una full immersion nel mondo rossonero, avendo prima seguito il match con la Lazio e poi avendo assistito alla giornata di allenamenti di ieri, con fitti colloqui con tecnico e giocatori, il tutto nel suo processo di “apprendistato”, dato che il Re dell’Est sta studiando per prendere il patentino da allenatore. Il bomber ucraino ha ammesso: “Ho parlato un po’ con mister Allegri. Una chiacchierata che mi servirà molto in futuro”, a volere testimoniare che i consigli ed i segreti rivelategli dal toscano potranno essere utili quando anche lui si siederà in panchina.

C’è da dire, però, che il fronte dei “critici” è molto più numeroso e molti, chi più chi meno, non perdono occasione per lanciare stoccate più o meno velate ad Allegri. Quello di Clarence Seedorf, in realtà, è un vero e proprio affondo di sciabola: “Mi faceva giocare solo nei grandi match, tenendomi a riposo poi per altre 4 partite. Anche altri senatori, eccetto Maldini e Nesta, sono stati trattati nello stesso modo”. Anche se “il Professore” di Paramaribo si è affrettato oggi a smentire le dichiarazioni, resta il fatto che tra i due il rapporto era lontano dall’essere rose e fiori. Più velata la critica di Pippo Inzaghi, col quale i legami, soprattutto quando l’attaccante ha appeso le scarpe al chiodo, non sono sempre stati idilliaci: “Rimpianti? Uno: quello di non aver giocato di più a fianco di Ibrahimovic nel mio ultimo periodo al Milan. Credo fossimo fatti per giocare assieme e fare coppia in attacco. In realtà non fu possibile: sapete tutti com’è andata”. A voler dire: Allegri nell’ultimo anno mi vedeva poco e niente…

I tre sono pezzi indimenticabili della storia rossonera, quindi le loro parole assumono un peso specifico certamente notevole, in un senso e nell’altro. Il fatto che le ultime frecciate siano arrivate da quelli che sono ritenuti i principali candidati alla successione sulla sua panchina, fanno capire che il terreno intorno all’ex allenatore in Cagliari comincia a diventare sempre più cedevole. In tutto questo tran tran, però, non devono farsi coinvolgere i giocatori, che già da domani sono chiamati a rasserenare il clima sopra Milanello, per evitare che la stagione vada in fumo a soli due mesi dal suo inizio.

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