Difficile non fare un paragone con Febbre a 90′ di Nick Hornby.
“L’idea è quella, ma a differenza del libro di Hornby io non mi concentro su una sola stagione, ma parto dal mio primo ricordo in rossonero fino a Milan Anderlecht, il giorno del mio trentesimo compleanno. Poi in Febbre a 90 si parla di un Arsenal che non vinceva mai e si è trovato a lottare per lo scudetto, la nostra storia è fatta di molte più vittorie. Per fortuna“.
Il tuo primo ricordo?
“Steaua-Milan, ma penso che sia il ricordo di molti della mia età. Io ho iniziato a tifare grazie a mio nonno che pur essendo toscano ha sempre sostenuto il Milan, contagiandomi del tutto“.
Una partita dal sapore particolare?
“Ce ne sono molte importanti e altre meno significative, ma collegate ad episodi importanti. Credo però che Milan-Barcellona 4 a 0 sia unica. All’epoca ero piccolo e non potevo stare alzato fino a tardi. Alle 9.30 dovevo andare a dormire, erano queste le regole. I miei però mi lasciavano tenere la radio in camera e potevo ascoltare così le partite. Quella sera non ci sono state eccezioni e con la radiolina mi sono messo a sentire la cronaca sotto le coperte. È questo il ricordo che ho del gol di Savicevic, quel gol spettacolare del 3 a 0 è stato prima una voce. Una cosa così però non potevo perdermela, sono saltato giù dal letto e sono corso a vederlo sulla Rai. A ben pensare anche il gol dei miei 30 anni non l’ho visto in diretta, ero in ritardo e me lo sono perso“.
Un match invece che significa molto solo per te?
“Samp-Milan del 2005 finita 2-1. Quell’anno arrivò Gilardino e io ho visto pubblicato il mio primo pezzo. Un’emozione incredibile vedere il mio nome e cognome sul giornale. Ero andato a fare l’auto inviato, cioè a mie spese, con la mia macchina ad un raduno di Elvis a Buccinasco e ho sentito la partita mentre tornavo. Il Milan quel giorno ha perso, ma io avevo conquistato la mia prima vittoria lavorativa”.
Quando è calata la tua passione per il calcio?
“Dopo Calciopoli è cambiato un po’ tutto. Il Milan ha resistito, ma il calcio italiano e mondiale è diventato una delusione. Credo di aver toccato il fondo a Milan Juve 1 a 1 con gol di Muntari. Io ho preferito stare a casa e vedere Sideways. “Potrei uscire e andare a seguire la partita da qualche amico, ma non ne vedo proprio la necessità, è incredibile. Sul divano a seguire le peripezie di questi due amici in mezzo a vigneti e motel”.
Nel tuo libro non si parla solo di partite, la seconda parte è tutta per i giocatori.
“Si ho fatto un elenco dei rossoneri da a alla z, mettendo dentro anche persone che hanno fatto giusto poche stagioni. Quindi non per forza i più significativi. Un esempio Esajas. “Visto sgroppare in fascia lievemente sovrappeso in Coppa Italia. La competizione, purtroppo, destinata a gente come lui“.
Ognuno ha il suo preferito in campo, il tuo?
“Adesso è difficile giudicare chi gioca, prendi solo Neymar o Balotelli. Sono fortissimi, ma se a 18 anni guadagni già i miliardi cosa ti può spingere a stare in piedi invece che cadere appena ti toccano? Io penso a qualcuno come Boban o Savicevic. Loro erano dei veri personaggi, con il loro passato e la loro storia di sacrifici. “Savicevic mi piace immaginarmelo mentre solleva l’ennesimo trofeo sbadigliando e in contemporanea tenendo fermo il pallone sul piede sinistro. Dura ancora oggi, la malinconia: quindi è amore“.
Un ultimo commento sul Milan di oggi?
“Noi siamo abituati a caviale e champagne e adesso siamo qui col riso scotto. Prima o poi però torneremo grandi e io tornerò allo stadio“.
Per tutti i nostalgici del caviale, delle partite alle 15 del pomeriggio e delle grandi rimonte “Confessioni di un Milanista” è al momento disponibile su e-book e al sito http://www.booksprintedizioni.it. Potete inoltre seguire Alessandro Ruta tramite il suo blog http://alessandrofruta.wordpress.com.
This post was last modified on 10 Novembre 2013 - 10:40