SM ESCLUSIVO/ Ruta: “Ecco le confessioni di un vero milanista, nel mio libro 30 anni di storia”

Confessioni di un milanista“Ha tutto inizio nell’estate 2012, il Milan ha ufficializzato la cessione di Ibra e Thiago Silva. La tentazione ė fare qualcosa di clamoroso sotto la sede di via Turati, invece apro l’album dei ricordi e inizio a sfogliarli, senza un ordine preciso.” Nasce così “Confessioni di un milanista” di Alessandro Ruta. Ex giornalista della Gazzetta, del Giornale, tifoso milanista ed imparentato con un certo Gianni Rivera (Quanti possono vantare un Gianni Rivera nel proprio albero genialogico?) Alessandro ha deciso di raccogliere i ricordi degli ultimi 30anni , suoi e del Milan, in un libro. In esclusiva a SpazioMilan.it ci ha raccontato ed accompagnato in questo viaggio alla scoperta di se e della storia rossonera. “Quando sono nato, il Milan era in Serie B. Ecco, posso dire di essere venuto su proprio come la mia squadra del cuore; di aver vissuto le cavalcate, i crolli, le discese e le (ri)salite esattamente come i miei idoli. Persino adesso, che la mia attenzione nei confronti dello sport in generale è calata di brutto rispetto a quando ero ragazzino, mi ritrovo a guardare questi colori con più affetto che ansia.”

Difficile non fare un paragone con Febbre a 90′ di Nick Hornby.
L’idea è quella, ma a differenza del libro di Hornby io non mi concentro su una sola stagione, ma parto dal mio primo ricordo in rossonero fino a Milan Anderlecht, il giorno del mio trentesimo compleanno. Poi in Febbre a 90 si parla di un Arsenal che non vinceva mai e si è trovato a lottare per lo scudetto, la nostra storia è fatta di molte più vittorie. Per fortuna“.

Il tuo primo ricordo?
Steaua-Milan, ma penso che sia il ricordo di molti della mia età. Io ho iniziato a tifare grazie a mio nonno che pur essendo toscano ha sempre sostenuto il Milan, contagiandomi del tutto“.

Una partita dal sapore particolare?
Ce ne sono molte importanti e altre meno significative, ma collegate ad episodi importanti. Credo però che Milan-Barcellona 4 a 0 sia unica. All’epoca ero piccolo e non potevo stare alzato fino a tardi. Alle 9.30 dovevo andare a dormire, erano queste le regole. I miei però mi lasciavano tenere la radio in camera e potevo ascoltare così le partite. Quella sera non ci sono state eccezioni e con la radiolina mi sono messo a sentire la cronaca sotto le coperte. È questo il ricordo che ho del gol di Savicevic, quel gol spettacolare del 3 a 0 è stato prima una voce. Una cosa così però non potevo perdermela, sono saltato giù dal letto e sono corso a vederlo sulla Rai. A ben pensare anche il gol dei miei 30 anni non l’ho visto in diretta, ero in ritardo e me lo sono perso“.

Un match invece che significa molto solo per te?
Samp-Milan del 2005 finita 2-1. Quell’anno arrivò Gilardino e io ho visto pubblicato il mio primo pezzo. Un’emozione incredibile vedere il mio nome e cognome sul giornale. Ero andato a fare l’auto inviato, cioè a mie spese, con la mia macchina ad un raduno di Elvis a Buccinasco e ho sentito la partita mentre tornavo. Il Milan quel giorno ha perso, ma io avevo conquistato la mia prima vittoria lavorativa”.

Quando è calata la tua passione per il calcio?
Dopo Calciopoli è cambiato un po’ tutto. Il Milan ha resistito, ma il calcio italiano e mondiale è diventato una delusione. Credo di aver toccato il fondo a Milan Juve 1 a 1 con gol di Muntari. Io ho preferito stare a casa e vedere Sideways. “Potrei uscire e andare a seguire la partita da qualche amico, ma non ne vedo proprio la necessità, è incredibile. Sul divano a seguire le peripezie di questi due amici in mezzo a vigneti e motel”.

Nel tuo libro non si parla solo di partite, la seconda parte è tutta per i giocatori.
Si ho fatto un elenco dei rossoneri da a alla z, mettendo dentro anche persone che hanno fatto giusto poche stagioni. Quindi non per forza i più significativi. Un esempio Esajas. “Visto sgroppare in fascia lievemente sovrappeso in Coppa Italia. La competizione, purtroppo, destinata a gente come lui“.

Ognuno ha il suo preferito in campo, il tuo?
Adesso è difficile giudicare chi gioca, prendi solo Neymar o Balotelli. Sono fortissimi, ma se a 18 anni guadagni già i miliardi cosa ti può spingere a stare in piedi invece che cadere appena ti toccano? Io penso a qualcuno come Boban o Savicevic. Loro erano dei veri personaggi, con il loro passato e la loro storia di sacrifici. “Savicevic mi piace immaginarmelo mentre solleva l’ennesimo trofeo sbadigliando e in contemporanea tenendo fermo il pallone sul piede sinistro. Dura ancora oggi, la malinconia: quindi è amore“.

Un ultimo commento sul Milan di oggi?
Noi siamo abituati a caviale e champagne e adesso siamo qui col riso scotto. Prima o poi però torneremo grandi e io tornerò allo stadio“.

Per tutti i nostalgici del caviale, delle partite alle 15 del pomeriggio e delle grandi rimonte “Confessioni di un Milanista” è al momento disponibile su e-book e al sito http://www.booksprintedizioni.it. Potete inoltre seguire Alessandro Ruta tramite il suo blog http://alessandrofruta.wordpress.com.

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