Durante l’ultima sosta con la Nazionale aveva ‘twittato’ contro tutti i media, aveva scritto di lasciarlo stare, di non commentare ogni cosa che faceva fuori dal campo perché così si sarebbero viste grandi differenze, in positivo. I cambiamenti si sono visti, ma purtroppo per i tifosi milanisti, totalmente in negativo. Balotelli è molle, spaesato, senza voglia, senza determinazione, sempre in lotta con arbitri e avversari, sempre alla ricerca di un rigore tramite simulazioni che non servono a niente e non ingannano più nessuno. L’ultima ‘balotellata’ in campo è andata in scena ieri sera quando, diffidato, ha pensato bene di spingere Neto sui cartelloni pubblicitari, prendendosi un giallo che lo costringerà a saltare la trasferta di Verona. Il Milan ha il dovere di non perdere un talento simile, Balotelli è il futuro della Nazionale e deve rappresentare un valore aggiunto per il Diavolo, non certo una zavorra. La scorsa stagione è stato determinante per la conquista della Champions, ha dimostrato di essere un attaccante fuori dalla norma e di trascinare i suoi compagni verso un risultato insperato. Ma quest’anno qualcosa è cambiato, è come se si fosse rotto un meccanismo, come se non si sentisse più al centro del progetto. A parole però sia Allegri che Galliani lo hanno sempre coccolato, l’ad del Milan nei giorni scorsi ha affermato che Balotelli è la stella e il simbolo di questa squadra e che resterà a Milano ancora per molti anni. Adesso la palla passa a lui, ha tutto per sfondare e per dimostrare il suo reale valore, ma in queste giornate di difficoltà non ha saputo reagire e dare il giusto esempio, anzi è scomparso tecnicamente ed è sprofondato insieme a tutti i suoi compagni, dimostrando di non avere il piglio del leader che si richiede a un gran giocatore.
Super Mario non può aver smarrito tutti i suoi ‘poteri’ improvvisamente. Probabilmente è un problema più di testa che di gambe, più di tranquillità che di posizione in campo. Probabilmente basterebbe una prestazione convincente e un gol decisivo per farlo rinascere. In questo momento però è l’emblema di una squadra sgonfia e senz’anima e in attesa che ritorni a mostrare i muscoli prenda esempio da un pallone d’oro che corre come un ragazzino e si mette a disposizione della squadra in maniera umile e senza fiatare.
This post was last modified on 4 Novembre 2013 - 17:25