E’ un Carlo Ancelotti a tutto campo quello ai microfoni di “Tiki Taka”, in cui ha parlato anche del suo secondo libro “Il mio albero di Natale”, titolo che prende spunto dal suo modulo tattico preferito con cui ha vinto tutto con il Milan. La partenza però è da brivido con Ancelotti che, in un simpatico siparietto con Erik Thohir, rivela una fede calcistica inaspettata: “Si è vero da piccolo ero tifoso neroazzurro, ma per fortuna ero piccolissimo. A parte gli scherzi auguro il meglio al nuovo presidente interista. Io ho sempre nutrito grande stima per il presidente Moratti che è stato il primo a cercarmi quando ancora ero un assistente. I derby cotron l’Inter di Moratti sono sempre stati molto spettacolari”.
Arrivato al Real Madrid in estate, l’ex mister rossonero ha dato il via libera alla cessione di Kakà e molti tifosi del Milan hanno visto questo gesto come un definitivo segnale della fine calcistica del brasiliano che invece sta facendo benissimo a Milano: “Non mi sorprende il fatto che stia giocando bene, qui non aveva lo spazio che necessitava dopo anni in cui non è stato bene fisicamente. Spero per il Milan che continui così”. Un Kakà diverso rispetto a quello che ha allenato lui nell’esperienza milanista: “Un giocatore a 20 anni non è lo stesso a 30, perde inevitabilmente alcune peculiarità fisiche. Farlo giocare a centrocampo? Ancora oggi il suo miglior pregio è la progressione e lo spunto in velocità”. Il secondo libro dell’ex mister della Juvetnus è molto tecnico e tattico e racconta nel dettaglio dieci partite storiche della sua carriera. Una delle quali è la semifinale di Champions contro il Manchester United nel 2007, soprannominata “la partita perfetta”: “ Si quella è stata una delle migliori partite che una squadra che ho allenato ha giocato. Se devo dire due delle gare migliori dico questa e dico il primo tempo di Instambul, una partita che nel libro spiego in maniera molto dettagliata”.
Su Allegri: “Il Milan ha fatto bene a tenerlo perché cambiare in questo momento l’allenatore non sarebbe positivo. Allegri ha già passato momenti difficili e si è sempre rialzato. La cosa fondamentale è avere comunione d’intenti tra società e staff tecnico”. Anche l’ultimo grande allenatore rossonero quindi è dalla parte del tecnico toscano e approva la scelta societaria di non cambiare guida tecnica. Chissà che questa investitura non sia di buon auspicio per le prossime gare in cui il Diavolo e il suo allenatore si giocheranno tutto.