Il 4-4-1-1, con cui il tecnico livornese ha deciso di schierare la squadra contro il fanalino di coda Chievo, è lo stesso e identico modo con cui i rossoneri hanno giocato contro il Barcellona. Ma, se al Nou Camp poteva avere un senso, le giustificazioni per spiegare il motivo per cui è stato utilizzato anche a Verona facciamo davvero fatica a trovarle.
Vero è che le assenze contemporanee di Pazzini, El Shaarawy e Balotelli non lasciano tante valide alternative, ma è anche vero che contro l’ultima in classifica qualcosa in più si poteva quantomeno osare. Rinforzare il centrocampo e proporre Kakà come seconda punta alle spalle di Matri è da provinciale, da compagine che lotta per non retrocedere e non si può davvero concepire. La confusione che regna sovrana trova ulteriore conferme alla panchina a cui oggi sono stati relegati Robinho, Birsa e Niang che, anche se in periodi diversi, hanno più volte goduto della fiducia di Allegri. I cambi troppo ritardati poi fanno il resto e il Diavolo continua ad essere “piccolo” e “povero”.
This post was last modified on 11 Novembre 2013 - 20:14