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Il futuro è Barbara, ma Galliani va ringraziato a vita. E anche Allegri…

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Siamo alla fine di un’epoca e all’inizio di una nuova. L’anno prossimo le squadre di Milano avranno gli stessi presidenti onorari, ma due nuovi presidenti esecutivi. Chiamatelo pure ricambio generazionale, i due “nuovi” hanno meno di 40 anni. Analogia: nessuno dei due è grande esperto di calcio e, al contrario dei rispettivi predecessori, pretenderà di fare la formazione. Differenza: uno si chiama Thohir e viene da lontano, l’altra di cognome fa Berlusconi e questo per un milanista dovrebbe bastare come garanzia. Anche Moratti avrebbe voluto lasciare la sua Inter nelle mani del figlio Angelo Mario, ma non ha potuto perchè le banche lo hanno costretto a chiedere corposi aiuti esterni.

I conti dell’Inter erano da anni drammaticamente in rosso. Non a caso Thohir non è arrivato promettendo Messi o Falcao, ma i famosi “pareggio di bilancio” e “incremento di fatturato”, proprio quei due elementi che Galliani aveva individuato un lustro fa e che ha iniziato a inseguire prima di tutti, mentre gli altri sorridevano. Proprio Adriano, Imperatore del bilancio, quei due obiettivi li ha centrati e grazie alla sua amministrazione la Dottoressa Barbara può prendere il timone di uno dei beni di famiglia. Se il bilancio non fosse stato in pari e i debiti con le banche prossimi allo zero, anche il Milan avrebbe dovuto anelare capitali stranieri. Proprio come ha fatto l’Inter.

Questo per dire che la gestione Galliani è stata perfetta dall’inizio alla fine. Perfetta nei trionfi e nelle vittorie, ma perfetta anche negli ultimi anni quando ha portato sempre in Champions League una società con i conti in ordine. Praticamente un unicum nella crisi del calcio italiano. Pertanto critiche e accuse sono gratuite, superficiali o addirittura strumentali. Non si delegittima Galliani accusandolo di aver comprato Matri per una cifra eccessiva o di aver intessuto rapporti troppo stretti con Mino Raiola. Ma come? Quando Galliani compra Thiago a 10 milioni e lo rivende a 70 oppure Raiola porta Van Bommel a parametro zero allora va bene? Galliani va solo ringraziato e, se possibile, imitato nella sua gestione e nella sua passione per i colori rossoneri. E’ legittimo che Barbara si prenda il Milan come i fratelli hanno fatto con Mediaset e Mondadori, ma non è giusto che critichi chi per anni lo ha reso e mantenuto grande. E che, se non ci fosse stata lei, avrebbe preso Tevez al posto di Pato e probabilmente vinto il 19esimo scudetto…

Detto questo, voltiamo pagina e speriamo che Barbara realizzi i suoi ambiziosi progetti rossoneri, esattamente come ha fatto papà Silvio. Paolo Maldini mi sembra un’ottima idea. Se non altro perché di una cosa siamo sicuri: ha il Milan sulla pelle e nel cuore, più di chiunque altro. Paolo ha rifiutato qualsiasi altro incarico da qualsiasi altra parte. Perchè lui voleva solo il Milan. Anche quando il solito “traditor cortese” lo invitò all’Inter. Casi della vita: Paolo potrebbe trovarsi a battagliare proprio con Leonardo nel prossimo derby. Proprio quel Leonardo di cui Paolo rifiutò l’abbraccio in campo nel giorno del suo addio. A tutti fa comodo ricordare il suo screzio con una parte della Curva, io preferisco ricordare il dribbling di Paolo al finto abbraccio del brasiliano.

In panchina ci sarà Seedorf. Secondo me non un’idea geniale. Ma carisma e idee di grandeur e di spettacolo non mancano a Clarence. Speriamo solo che non infarcisca la rosa con i giocatori della sua scuderia. Altrimenti altro che Raiola, Bronzetti e Damiani… Prevenire è meglio che curare. Intanto, quasi in preparazione dell’avvento di Seedorf Allegri sta dando vita a una vera e proprio svolta tecnico-tattica. L’amichevole di Berna è indicativa di un cambiamento in atto. Via i muscoli e si ritorna alla tecnica. Non sarà improbabile vedere quest’anno un Milan che schieri contemporaneamente Montolivo, Kakà, Saponara, Honda e Balotelli o Pazzini. Senza dimenticare El Shaarawy e Robinho, quest’ultimo destinato però a partire a gennaio. E con la crescita di Cristante, un altro dai piedi buoni, da sempre pupillo di Allegri. Allegri che si dimostra ancora una volta di larghe vedute e al servizio di chi lo paga. L’ipotesi di questo Milan tutto trequartisti e fantasia dimostra che la “svolta muscolare” di 4 anni fa non era figlia di una sua filosofia insindacabile, ma soprattutto di un’esigenza economica. Non a caso adesso, su input del presidente e sovrintendenza di Galliani si sta tornando a un Milan più ancelottiano, sembra proprio in preparazione all’avvento di Seedorf.

Per questo Allegri andrà per sempre ringraziato e stimato: fino alla fine del suo contratto non pensa a prendersi rivincite personali o, peggio ancora, a lasciare macerie. Come hanno fatto altrove altri presunti grandi allenatori. Ma pensa al futuro del Milan. E se Allegri segue questo indirizzo nell’interesse di quella che non sarà più la sua società lo si vede soprattutto a chi lo guida, lo protegge e lo consiglia. Come ha fatto con tutti gli altri allenatori. Il solito Imperatore. Ci mancherà.

This post was last modified on 18 Novembre 2013 - 16:45

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redazione