Venerdì 18 ottobre è il cinquantesimo anniversario della scomparsa di uno dei personaggi che, a cavallo tra gli anni quaranta e la prima metà degli anni cinquanta, caratterizzarono la storia rossonera: Umberto Trabattoni. Imprenditore di successo, impegnato con profitto nell’industria della lana e del cotone, il commendatore (nomina attribuitagli nel lontano 1930) originario di Seregno divenne presidente del Milan nel 1940. Il suo regno durò una quindicina d’anni, intervallati da un breve periodo in cui fu sostituito dal cognato Antonio Busini, e fu contraddistinto da un grande trionfo: la vittoria del campionato 1950-1951, che mancava ai rossoneri da ben quarantaquattro anni, accompagnata alla conquista della Coppa Latina.
Ma non finisce qui. Trabattoni, da grande uomo d’affari qual era, conquistò la stima dei tifosi del Diavolo grazie a grandi operazioni di mercato. Già, il ritorno alla vittoria del tricolore fu soprattutto merito suo, che allestì una squadra competitiva e in grado di intimorire qualsiasi avversario. Il capolavoro di Trabattoni fu senza ombra di dubbio l’ingaggio del famoso trio chiamato Gre-No-Li, composto da Gunnar Gren, Gunnar Nordahl– capocannoniere nell’anno dello scudetto con 34 reti e miglior marcatore della storia rossonera con un totale di 221 gol- e Nils Liedholm (in seguito grande allenatore di Milan e Roma), tra l’altro decisivi per la vittoria della Svezia alle Olimpiadi del 1948.
Grazie alla sua intraprendenza, così come Silvio Berlusconi avrebbe fatto quasi quarant’anni più tardi, Umberto Trabattoni riportò ai tifosi del Milan lo scudetto e regalò tre giocatori di livello mondiale. E’ allora giusto ricordarlo e onorarlo nel migliore dei modi. I timori del quotidiano Il Cittadino, che riporta il rischio che l’uomo del quarto scudetto rossonero possa terminare nel dimenticatoio, non devono tramutarsi in realtà per nulla al mondo. Le leggende vanno sempre ricordate, le loro gesta devono essere d’esempio per i posteri. Trabattoni, in merito, non fa eccezione.