Sarebbe stato bello, bellissimo, presentarti a Torino con l’Apache come vice-Balotelli, in attesa della fine dei suoi isterismi. Sarebbe stato bello, bellissimo, vederlo giocare in un ipotetico tridente con SuperMario e El Shaarawy. Sarebbe stato bello, bellissimo, constatare che la 10 che fu di Rivera, Rui Costa e Seedorf adesso potesse essere sulle sue spalle. Sarebbe stato bello, bellissimo, che la foto di sinistra fosse diventata realtà. Sarebbe stato, bellissimo, avere uno Scudetto in più cucito sulla maglia. Sarebbe stato bello, bellissimo, svegliarsi il giorno del big match tra Milan e Juventus avendo sognato già il colpaccio a Torino con gol dello stesso Carlitos. Sarebbe stato, ecco, perchè tutto questo non è mai avvenuto.
Quando fra 20 anni Galliani appenderà le sue cravatte al chiodo, probabilmente scriverà un libro sulla sua immensa carriera. Il titolo di un capitolo possiamo già ipotizzarlo: “Sognando Carlitos”. Sogno, sì, rimasto tale per la disperazione dello stesso ad rossonero e dei tifosi. Eppure lui, Galliani, il suo lo aveva fatto benissimo: cene eleganti e non, ritrovi in gran segreto con l’agente del giocatore, dichiarazioni calibrate e una trattativa, quella con il City, condotta sotto traccia che stava portando i suoi frutti: Carlitos a Milano, Pato a Parigi. Dentro uno, fuori l’altro. Gli aerei da Manchester e Milano scaldavano già i motori quando Berlusconi (o Barbara?) alzò la cornetta e bloccò tutto. “Scelta di cuore” ci dissero, semplicemente una scelta sbagliata.
Stasera Tevez ritrova quei colori rossoneri dei quali già assaporava l’odore nel gennaio del 2012. Da sogno dei tifosi rossoneri a incubo della difesa rossonera: il passo è stato breve. E stasera, probabilmente, il desiderio dei tifosi di vederlo esultare allo Juventus Stadium potrebbe avverarsi. Peccato avvenga con la maglia sbagliata.
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