Prima il compleanno, poi il rientro. De Sciglio ed El Shaarawy non hanno in comune solo la stesso leva ’92, ma anche un preciso percorso di recupero dai rispettivi infortuni. Entrambi purtroppo non hanno potuto spegnere 21 candeline in campo: domenica scorsa Mattia, dopo Milan-Udinese, domenica prossima Stephan, in Parma-Milan (stadio dove l’anno scorso segnò il bellissimo 1 a 0, poi pareggiato da Galloppa). Simili anche se profondamente diversi, soprattutto nel ruolo: si sente la loro mancanza. Arrivano.
Quello più vicino a riassaggiare il terreno di gioco è sicuramente De Sciglio, che piano piano ha già ripreso confidenza con il gruppo e adesso ha anche l’ok medico per riprendere a pieno regime gli allenamenti. Si sperava di recuperarlo per il Barcellona, dovrebbe essere a disposizione per la panchina contro il Parma; al massimo per Milan-Lazio di mercoledì 30 ottobre. Il terzino destro, bravissimo a sinistra e all’occorrenza anche centrale, manca all’appello da quasi due mesi, dimostrando un’incongruenza non da poco rispetto al comunicato ufficiale sulle sue condizioni fisiche: nei primi giorni di settembre, quando è stato operato in artroscopia dopo la rottura a manico di secchio del menisco mediale del ginocchio sinistro, si parlava di uno stop di circa 40 giorni. C’è voluto più tempo, una prudenza doverosa visto la delicata zona colpita: in questi casi il primo obiettivo è sempre quello di evitare inutili ricadute ed affrettare la corsa.
Diverso il discorso per El Shaarawy, che prima si è procurato un lesione al bicipite femorale della coscia sinistra (13 settembre) e poi una microfrattura al quarto osso metatarsale del piede sinistro (30 settembre). Per il Faraone ci vorrà più pazienza, è in netto miglioramento e anche in questo caso il responso clinico ha dato buon esito: possibile il ritorno in campo per Chievo-Milan (10 novembre), più facile che si lasci passare la sosta delle Nazionali per riaverlo sanissimo il 23 novembre contro il Genoa.