Allegri, però, del suo giovane e rapidissimo attaccante francese non si è mai davvero dimenticato. Lo ha rispolverato ieri, in allenamento, tra lo stupore generale, quando lo ha provato al fianco di Kakà e Balotelli nel tridente offensivo che con ogni probabilità dovrà aver ragione della non sempre impeccabile difesa di Roberto Donadoni. Una decisione a dir poco inaspettata, non supportata da segnali incoraggianti provenienti dal campo: Max, molto probabilmente, punta sulla sua voglia di riscatto, di rivincita e sul fatto che il ragazzo, non giocando in Champions, ha molte più energie fisiche e nervose da offrire a questo Milan.
Nulla, però, è ancora davvero certo: il jolly Birsa e il rinato Robinho, infatti, daranno al francesino tanto filo da torcere fino all’ultimo per avere una sudatissima quanto importante maglia da titolare al fianco dei due blasonati colleghi.
E’ notte fonda, invece, per Alessandro Matri: le prestazioni incolori, la via del goal smarrita lo hanno portato a essere relegato in quella panchina che fino a due settimane fa per lui sembrava impensabile. L’ex Juve, inutile negarlo, era uno dei pupilli e degli elementi su cui il tecnico rossonero contava di far maggiore affidamento nei momenti di difficoltà. Come tutti sappiamo così non è stato: Matri, infatti, da possibile protagonista è diventato la massima espressione di questo Diavolo di inizio stagione. Impaurito, insicuro, incapace di trovare il bandolo della matassa anche in situazioni oggettivamente non impossibili. E alla fine, questo suo digiuno dalla rete unito a una inaspettata difficoltà a inserirsi nei meccanismi della squadra non poteva che costargli una silenziosa, eppure sonora bocciatura.
This post was last modified on 26 Ottobre 2013 - 16:11