14.00 – Stop e suola di destro, suola e giravolta di sinistro. E Montolivo lascia sul posto Xavi. E’ successo in Milan-Barcellona, è successo per davvero. I riflettori della Champions ieri sera erano (giustamente) quasi solo per Kakà, che non ha deluso le attese: campione vero, lo stesso fuoriclasse di sempre, con meno condizione ma con più coscienza: quasi fosse uno qualunque. Quasi, ovviamente. Ma a San Siro si è (ri)visto uno straordinario Montolivo, che ha risposto presente nel palcoscenico più bello e contro l’avversario più grande. Una risposta a chi lo ha criticato, lo critica e lo criticherà ancora per non incidere quando conta, semplicemente perché cieco o, peggio, prevenuto. Chi non vuole credere nelle sue qualità o non ammettere che siamo di fronte ad un centrocampista coi fiocchi fa male al Milan e non sa accontentarsi.
Parliamo di un rendimento di enorme livello dall’inizio alla fine. Fin dalla conferenza stampa. E’ stato il primo ad abbracciare Robinho dopo la rete, ha difeso con onore i nostri colori; poi ha pressato e rincorso fino alla sfinimento, rimanendo lucido anche quando con una scivolata ha regalato a Muntari la palla dell’incredibile nuovo vantaggio, poi sprecata. E’ stato senza dubbio il migliore in campo, un gigante buono ma per niente timido o indeciso: ha semplificato il difficile, è stato essenziale ed elegante, intendendosi a meraviglia con De Jong e dialogando bene con Muntari. Mordente ed intensità senza paura.
Applausi doverosi, come doverose devono essere le critiche per il suo inizio di stagione sottotono: è stato troppo lento per troppo tempo, ma ha accelerato nel momento giusto. Udinese prima e Barcellona poi, le prime tappe, speriamo, della nuova rinascita dei rossoneri, che iniziano a sembrare una vera squadra dopo aver recuperato i suoi migliori interpreti. Come Montolivo, il nostro capitano.
This post was last modified on 23 Ottobre 2013 - 19:47