Su Matri: “Matri ci ha promesso di fare gol, da quando è arrivato. Scherzi a parte, può succedere per un attaccante non trovare il gol per due, tre partite però abbiamo grande fiducia in lui: sappiamo che Alessandro i gol li ha sempre fatti e li farà anche al Milan”.
Come battere la Juve: “Noi abbiamo le armi giuste per far male alla Juve. Anche quando siamo stati meno brillanti siamo stati sempre pericolosi. Ad Amsterdam, per esempio, abbiamo avuto molte occasioni per andare in vantaggio. Certo dobbiamo migliorare l’attenzione sui calci piazzati, che in questo momento è il nostro punto debole”.
Se avesse la bacchetta magica…“Toglierei Tevez alla Juve, dà grandissima qualità alla squadra in fase offensiva e offre tanta quantità in quella difensiva. Entrando in un contesto in cui tutto funzionava, è stato agevolato. Quello che più mi ha impressionato, al di là delle qualità tecniche, sono la foga che ci mette e l’intensità in fase difensiva: è incredibile vedere come rincorre gli avversari”.
Su Balotelli: “Mario dovrebbe imparare da Tevez? Hanno anche età diverse. Mario probabilmente deve ancora completare la sua maturazione. Ha ancora 23 anni e ha tempo per farlo. Dal punto di vista della qualità, non credo debba invidiare niente a Tevez. Cosa gli ho detto dopo il rosso con il Napoli? È bastato uno sguardo, non solo con me ma con tutti. Mario si è reso conto di aver sbagliato. Non penso ci siano giustificazioni: ha commesso un errore, ha chiesto scusa e il caso è chiuso. Chiaramente sa di averci messo in difficoltà perché per noi lui è troppo importante”.
Sul “perdono” di Prandelli: “Il codice etico l’ha proposto l’allenatore e penso spetti a lui esaminare i casi di volta in volta. Credo comunque che il codice etico sia un valore importante per la nostra Nazionale”.
Gli avversari picchiano Balotelli? “Mario è il pericolo numero uno e gli avversari hanno attenzioni speciali verso di lui, spesso esagerando. Lui deve essere bravo a non reagire alle provocazioni. Se fossi stato in campo a Napoli avrei cercato di fermarlo, come hanno fatto anche alcuni miei compagni. Ma in ogni caso lui deve imparare a controllarsi da solo. Mario capitano? Per le qualità che ha può diventarlo ma sono scelte che dipendono dalla società e dallo spogliatoio”.
Il ruolo di capitano: “E’ una grande responsabiilità ma sono contento di averla. Un capitano deve esercitare la sua autorità nel quotidiano, dare l’esempio, è importante farlo con i gesti e non con le parole.
Sulle difficoltà del Milan: “L’anno scorso eravamo un cantiere aperto, quest’anno siamo molto più squadra come prova il fatto che non siamo mai crollati nei momenti di difficoltà recuperando tre partite che sembravano perse. E’ rimasto questo problema di attenzione nelle palle inattive, ma dipende da noi”.
Futuro da allenatore? “Sì mi piacerebbe diventare allenatore a fine carriera ma ora ho solo 28 anni ed è presto per pensarci”.
This post was last modified on 4 Ottobre 2013 - 12:34