Non si riescono proprio a trovare scuse per questo Milan. La sconfitta per 3 a 2 col Parma di Donadoni è l’ulteriore conferma che la squadra non c’è. Non ci sono idee in campo e non ci sono idee in panchina. Inutile sperare che la vittoria tirata in casa contro l’Udinese e il pari col Barcellona fossero piccoli segnali di risalita. Siamo in alto mare e fermi a 11 punti dopo 9 giornate di campionato.
Primi 45′ da dimenticare. I rossoneri subiscono due gol, uno fotocopia dell’altro, con Costant addormentato sulla fascia e saltato senza difficoltà da Biabiany. Il francese in entrambi i casi crossa ad un solitario Parolo che nella prima occasione, ad appena 10′ dal fischio d’inizio, trova il colpo vincente alle spalle di Gabriel ; nella seconda rete invece appoggia al centro per Cassano e l’ex rossonero non si lascia scappare l’occasione del raddoppio prima di rientrare negli spogliatoi. Curioso, o forse non troppo, come per le reti dei parmensi siano dovuti rientrare prima Poli e poi Montolivo a cercare di coprire i buchi della difesa, che aveva lasciato del tutto smarcati Parolo e Cassano. L’inizio ripresa lascia ancora più perplessi. Dopo pochi minuti si rischia la terza rete con un’azione identica alle due precedenti e la traversa piena di Gargano al 58′, servito dal solito Antonio Cassano tra i migliori in campo, sembra decretare la fine delle speranze rossonere, coi giocatori rassegnati a subire anche nei successivi 45′ di gioco. Il Milan invece forse scosso, o forse svegliato, dalla traversa avversaria, reagisce riuscendo a trovare il pari in una manciata di minuti. Al 60′ arriva finalmente il primo gol in rossonero di Matri, che sostituisce uno spento Balotelli, a cui hanno tolto cresta, orecchino, ma sembra anche grinta e personalità. L’ex juventino si smarca bene in area e si gira trovando il palo più lontano alle spalle di Mirante. Tempo di rimettere la palla al centro che il Milan torna in avanti e questa volta è Silvestre, sulla traversa colpita da Zapata, ad approfittare della ribattuta e scagliare la palla in rete per il momentaneo pareggio rossonero.
Molta della rinnovata energia milanista nella seconda frazione di gioco si deve sicuramente all’ingresso in campo di Kakà, al posto di un Poli sottotono, che cambia gli equilibri tra le squadre. Il brasiliano crea gli spazi mancati fino a quel momento, trascinando in avanti la squadra e rendendosi lui stesso protagonista di due belle occasioni. Una su cross di Matri, ma Mirante gli dice di no e la seconda all’81 quando in area piccola prova a far passare la palla tra le gambe del portiere, che però chiude bene. Una delle poche stelle solitarie in campo a meritare la sufficienza piena. L’altro a brillare è di sicuro Gabriel. Nonostante i tre gol, di cui non ha colpe, ha salvato più volte la porta rossonera, evitando che la partita si chiudesse molto prima e in maniera ancora più disastrosa. Il portiere brasiliano blocca un tiro di Amauri con una gran parata al 50′ e bissa ad un solo minuto dallo scadere del tempo regolamentare uscendo provvidenzialmente su una mancata diagonale di Costant. Poco altro purtroppo si salva. Solo dei momenti. Come il tiro di capitan Montolivo al 67′ che manda di poco a lato e nel primo tempo l’inserimento in area di Poli, su passaggio di Birsa, anche in questo caso palla che sfila a pochi passi dalla porta. La punizione battuta da Parolo a 5′ oltre lo scadere, con barriera quasi inesistente mentre Birsa insieme a Matri si aprono stile Mar Rosso, dà il colpo del definitivo ko.
Ancora una volta tutto da rivedere. Ancora una volta è mancata la concentrazione, l’umiltà, la voglia di fare e di sacrificio. Ancora una volta è stato il solito Milan, che purtroppo non ha cambiato volto da inizio campionato. C’è da chiedersi se qualcuno deciderà di fare qualcosa o lascerà rotolare la squadra rossonera sempre più in basso in classifica.