Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi dieci anni di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), dal 2011 si occupa di comunicazione di manifestazioni fieristiche. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter.
Un’altra notte sulla graticola. Un’altra notte sotto esame. Sul banco degli imputati. Ma d’altronde Massimiliano Allegri ci è abituato e in cuor suo sa che stasera contro la Lazio non saranno ammessi risultati diversi dall’1 fisso. La sua panchina non salterebbe in caso di sconfitta, ma forse solo perché non ci sarebbe il tempo materiale per compiere una rivoluzione con quattro partite nel giro di dieci giorni. Insomma, un déjà vu.
E proprio per questo sarebbe auspicabile trovare la panacea ai malesseri di un Milan che non riesce proprio a decollare. Il pareggio contro il Barcellona aveva illuso i più. Poi la sconfitta di Parma ha riportato tutti al dramma di una squadra che si squaglia con una facilità imbarazzante. Fragili, molli, impauriti, spesso l’undici iniziale rossonero si presenta al fischio d’inizio con una indecifrabile sensazione di impotenza. Soprattutto quando l’avversario è di quelli alla portata come il Parma di Donadoni visto domenica scorsa.
Ogni partita è un’incognita. Un rebus da risolvere, senza mai troppe certezze. Allegri punta su De Sciglio per sistemare una difesa troppo “ballerina”, soprattutto sulla corsia mancina. Il giovane terzino rossonero è tra quelli in grado di fare la differenza, ma non può e non deve essere la medicina per guarire l’indolenza di un gruppo e di un gioco che molto spesso tradisce negli impegni apparentemente più semplici.
Si sentono molti tifosi chiedere la testa di Allegri. Ma è difficile calare sul tavolo carte vincenti se nel mazzo mancano jolly e assi. E il rimescolamento non sarebbe possibile prima di gennaio, quando certi giochi potrebbero essere già fatti.