Questa notizia che apparentemente va catalogata soltanto come reportage di una cronaca, può essere molto utile invece a introdurre un problema, specialmente legato al modo di fare giornalismo, che è quello del ruolo da super partes di chi scrive. Butto lì un paio di domande che intende essere per forza di cose provocatorio: E se al posto di Matuzalem il protagonista dell’accaduto fosse stato Mario Balotelli? Quanto risalto sarebbe stato dato a questa notizia e per quanto se ne sarebbe parlato? La risposta è scontata e non sono io certo a dover, e poter, fare lezioni di giornalismo: la notiziabilità di Mario Balotelli è di una categoria superiore a quella di Matuzalem. Come dire Mario è un elefante in una cristalleria e appena si muove fa rumore, gli altri sono nella stessa cristalleria ma sono delle semplici formichine.
Questo spunto mi da da pensare a quanto una persona possa essere vessata e presa di mira. Mario è giovane, e tutti, compreso me in questo istante, parlano di lui. Lui vuol far parlare di sè, e anche questo è vero, ma il concetto che vorrei passare è: come può non andare fuori dai gangheri un ventenne che ad ogni secondo del giorno viene inseguito fino allo stremo da una ressa di cronisti per una dichiarazione, vede scritte cose su di lui che se la metà è vera è dir tanto, sente fare il suo nome in riferimento a fatti più negativi che positivi. Beh, sfido chiunque a mantenere il controllo. E mantenere il controllo di sé è ciò che divide il Balo showman, dal Balo campione. Ma un appello va anche al mondo dei media: per vedere Super Mario professionista-campione, serve anche che voi, o meglio, noi per primi diventiamo professionisti rispettosi.
This post was last modified on 25 Ottobre 2013 - 16:10