La squadra schierata in campo da Allegri avrebbe dovuto garantire ai rossoneri una buona copertura a centrocampo, a tutela di una scricchiolante difesa, e un buon numero di palloni giocabili in attacco. Ma qualcosa è andato storto. O meglio, è stato un totale fallimento. La Juventus non è né il Torino né il Bologna, i bianconeri non si sono fatti rimontare. A Torino, il Milan ha rimediato la terza sconfitta in sette partite di campionato. Un brutto stop che relega i rossoneri ad un ruolo sempre più di secondo piano in questo campionato.
Si poteva dire di tutto al Milan d’inizio stagione, i commenti negativi si sprecavano: la difesa è totalmente inadeguata per una squadra d’alto livello, il portiere è troppo insicuro, il centrocampo è poco fantasioso e i nuovi acquisti non sono abbastanza per vincere. E l’attacco? L’attacco era da prime della classe: Balotelli, Matri e Kakà scalpitavano per entrare in campo e segnare, Robinho e Niang come supporto e Pazzini a smaltire l’infortunio. Ma dopo sette partite, il quadro non è quello che tutti si aspettavano. I rossoneri hanno un numero di reti da top team ma il dato curioso è che delle tredici reti segnate, solo cinque sono state marcate da un attaccante: tre reti Balotelli e due di Robinho, contro le tre di Muntari, le due di Poli e una per Birsa, Abate e Mexes.
Questa sterilità offensiva ha pesato tantissimo contro la Juventus, un attacco orfano di Balotelli che deve ringraziare Muntari se la serata non è stata una completa disfatta. Il ghanese ha evitato la catastrofe, due reti fortuite che hanno limitato i danni e reso la sconfitta meno pesante. In realtà lo è stata, la gara ha evidenziato delle lacune preoccupanti in fase offensiva: Robinho e Matri sono stati avulsi dal gioco, isolati e lasciati al loro destino tra le arcigne maglie della difesa bianconera. Il brasiliano non è riuscito a sfruttare la sua rapidità contro Chiellini e Bonucci mentre l’ex bianconero non si è mai fatto vedere, estraneo dalla manovra d’attacco rossonera. L’ingresso di Niang non ha cambiato l’evolversi della partita. E pensare che Matri aveva dichiarato di essere pronto ad affrontare il suo passato: “Sarà una serata emozionante, ma voglio solo scendere in campo. Il goal mi manca? C’è la volontà di far goal e far bene, sono convinto che prima o poi segnerò”.
La buona volontà non sarà mai messa in discussione, l’utilità sì. Con il rientro di Balotelli dalla squalifica sarà difficile che Matri possa trovare il posto in squadra, così facendo Allegri inconsciamente alleggerirà le pressioni attorno al bomber che subentrando dalla panchina potrebbe trovare finalmente la strada della rete e la via della tranquillità. O almeno si spera, come si spera che Niang si sblocchi e riesca a trovare la prima rete in campionato con la maglia rossonera. Tante speranze per i rossoneri che domenica sera da gentiluomini hanno deposto le armi difronte alla Vecchia Signora del campionato italiano, nelle prossime settimane dovranno lavorare sodo per ritornare a pungere come un tempo. Nel girone di ritorno il derby d’Italia finirà diversamente, nel momento del bisogno i gentiluomini si faranno da parte e lasceranno spazio ai veri Diavoli.