Daniele Mariani è nello staff di SpazioMilan.it fin dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e vicedirettore dal 2012. Conduce “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel palinsesto pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT). Dal 2011 collabora col Giornale di Vimercate.
Vincere per arrivare alla seconda sosta del campionato per le Nazionali con 3 punti in più. Vincere per aspettare con meno tristezza gli infortunati: De Sciglio e Kakà, meno Bonera, Silvestre e Birsa, saranno a disposizione per Milan-Udinese alla ripresa del campionato fissata il prossimo 19 ottobre. Con anche il rientro dalla squalifica di Balotelli, unico e diverso, nel bene e nel male, anche con l’Ajax. Non smetterà mai di essere “massacrato” dagli avversari, buttarsi e fare scena al minimo contatto (il rigore decisivo che ha procurato e trasformato all’”Amsterdam ArenA” vale oro, ma è un’invenzione dell’arbitro), segnare e far vincere la sua squadra. Per farlo cambiare ci vuole ben di peggio che un’espulsione qualunque.
Ma questo è il passato, il presente si chiama Juventus: vincere è difficilissimo, non impossibile. Dire che questo è il momento migliore per affrontarli può sembrare un’etichetta troppo facile, scontata e ripetitiva, spesso lo è, ma è vero. Non dimenticare il successo immeritato e condizionato con il Chievo, prendere l’episodio favorevole contro il Torino, osservare lo spirito e il gioco che è mancato col Galatasaray in Champions: segno di una squadra che ci aveva abituato bene ma che non c’è più. Oggi i bianconeri sono più forti a livello individuale rispetto all’anno scorso, ma hanno meno soluzioni da proporre. Più prevedibili e meno arrembanti, ma pur sempre da scudetto e con buone possibilità di passare i gironi in Europa. Soprattutto, nettamente superiori a questo Milan. Che quest’anno non ha mai vinto in trasferta, che quest’anno non ha mai convinto. Ecco perché Conte domani è più vicino a riscattare un momento di appannamento, per Allegri, invece, spazio a preoccupazione e sofferenza.
L’allenatore rossonero ha pochi dubbi di formazione perché poche sono le risorse a disposizione: Constant terzino sinistro, Nocerino dall’inizio al posto di Muntari e Montolivo adattato ancora da trequartista sono le decisioni anti-Juve. Quello che ad Allegri va criticato, aspettando e sperando stasera in una prestazione di grinta, sacrificio e spessore, finché ce n’è, sono le colpevoli e preoccupanti dichiarazioni che ha rilasciato nel post-Ajax. Un primo tempo imbarazzante, senza presenza e mordente, in balia di una formazione olandese che ha dimostrato di essere ben poca cosa. Ma che è andata ad un passo dal riaprire clamorosamente il discorso qualificazione, che non è chiuso. Possesso palla, pressing e supremazia: solo Ajax in campo fino all’intervallo. Ma Allegri se lo aspettava. Ed allora, permettetemi, provoco dicendo che queste sono frasi da esonero. Di una gravità assurda, perché previste e normali. Ha perso la pazienza anche chi, come me, lo ha difeso con forza.
Vedere un Milan senza anima e senza idee non può rientrare nel “eh ma abbiamo tanti giocatori fuori”. Questo Milan non è più il vero Milan, ma aveva il dovere di vincere contro l’Ajax. E non, invece, rimettere in mostra i vecchi, soliti ed elementari problemi da calcio da fermo (aiuto). Ma battendo la Juventus potrebbe cambiare il mondo. Io credo ai miracoli.