Milan “Balotelli-dipendente”? Forse, ma i numeri di questa prima, difficile, parte di stagione paiono dare molti meriti al centrocampo rossonero, che, seppur non di primissimo livello, ha cercato di trascinare la squadra a suon di gol da giocatori che di certo non fanno della realizzazione il loro cavallo di battaglia. Muntari e Poli soprattutto sono andati ben oltre le più rosee aspettative, creando soluzioni impreviste per Allegri e dando qualche punto ad una squadra che comunque fa sempre tremenda difficoltà a portare a casa il bottino pieno. Col ritorno di Montolivo e Birsa alle condizioni ottimali questo trend potrebbe confermarsi, cercando di coadiuvare il reparto offensivo nella difficile rimonta alle posizioni che contano in campionato e nel durissimo viaggio in Champions.
I numeri possono sicuramente aiutarci in questa disamina: riferendoci alla Serie A, i rossoneri hanno siglato tredici reti. Sei di esse, dunque il 46%, sono state opera dei centrocampisti e, nel dettaglio, tre da Muntari (doppietta alla Juve e gol al Torino), due da Poli (Verona e Bologna) ed uno da Birsa (quello decisivo con la Sampdoria). Di contro, gli attaccanti rossoneri, da precisare orfani da tre giornate di Balotelli e da inizio stagione di ElShaa e Pazzini, ne hanno segnati solo cinque, tre con SuperMario e due con Robinho. Estendendo il discorso alla Champions, diventano undici i gol della mediana, contando l’altro di Muntari contro il Celtic e la doppietta dell’ex Boateng nei preliminari contro il PSV, mentre l’attacco sale a quota otto grazie al gol di El Shaarawy nel preliminare d’andata e delle due realizzazioni di Balotelli contro PSV a San Siro e Ajax.
Tirando le somme, dunque, nelle prime undici partite della stagione, abbiamo un totale di venti reti, delle quali ben undici sono state segnate dal centrocampo per una percentuale del 55% niente male per un reparto non eccelso nei nomi, ma evidentemente molto prolifico sotto porta. Adesso serve la rinascita degli attaccanti: è l’ora che Matri e Niang si sblocchino, che Robinho acquisti continuità e che El Shaarawy torni ad essere quello dello scorso anno: del resto non tutto può essere posto sulle (irrequiete) spalle di SuperMario.