4 sconfitte su nove incontri, -16 dalla Roma e -11 dalla zona Champions, solo due punti nelle 5 trasferte (secondo ko esterno consecutivo per 3 a 2 dopo quello contro la Juventus) di campionato (4 punti su 21 se si considerano anche PSV ed Ajax in Europa). A Parma il Milan è stato ancora colpevole, manifestando limiti e difetti che Udinese e Barcellona avevano solo nascosto ma non cancellato. Fragilità e confusione difensiva, mancanza di una trama di gioco normale (e doverosa). I rossoneri non hanno una spina dorsale, una base solida su cui costruire ed investire. E così Allegri chiama i nuovi acquisti, Honda e Rami, e mai come oggi spera che il mercato di gennaio arrivi presto, ma la strada è ancora lunghissima e tortuosa. E così Adriano Galliani ha perso la pazienza, con squadra ma anche arbitro.
Sì perché stamane Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e Tuttosport raccontano il difficile stato d’animo dell’amministratore delegato del Milan, arrabbiato ed amareggiato. In primis per classifica e prestazione, al “Tardini” in pochi potevano immaginarsi un finale così dopo l’1 a 1 col Barça. Chiudere il primo tempo sul 2 a 0 per Cassano, Biabiany e compagni ha del clamoroso, poi la solita riscossa impazzita ha portato al pareggio, che dava la sensazione di poter diventare vittoria da un momento all’altro. Tutto il contrario. Galliani però, lontano dalle telecamere, si è lamentato e non poco della conduzione di gara di Valeri per la mancata concessione di due rigori per il Milan, su Balotelli e Matri, e per l’irregolare punizione del successo, in pieno recupero, calciata da Parolo quasi una decina di metri più avanti secondo l’ad. Non solo, al fischio finale anche Tassotti ha avuto modo di lamentarsi con il quarto uomo Petrella per aver fischiato anzitempo la fine della sfida.
Clima teso, momento che rimane difficile. Mancano i risultati, manca il Milan. Ed allora l’ipotesi che sta circolando in queste ore è quella di un nuovo ritiro, dopo quello di due settimane fa prima dell’Udinese. Allora lo stare insieme a Milanello portò 3 punti, un precedente che può far ben sperare ma che questa volta suonerebbe davvero come una punizione. La Lazio e la Fiorentina sono due minacce vicine e concrete, che verranno a San Siro senza paura e consapevoli che questo Milan si può battere. Serve un cambiamento che sembra non arrivare mai, serve un cambio di marcia che appare impossibile per la scarsità di risorse a disposizione. Galliani ed Allegri lo sanno e oggi striglieranno i giocatori.