Era il reparto che più di ogni altro era stato messo sotto accusa in questo ultimo periodo e, quindi, quello da cui si attendevano le maggiori risposte in una serata importante come quella di ieri. La difesa del Milan ha superato a pieni voti l’esame Messi. Di fronte al giocatore più forte del Mondo, a Neymar, Iniesta, Sanchez, Xavi e compagnia cantante, la terza linea rossonera non ha tremato e ha dimostrato che, se giocasse sempre con la stessa caparbia, cattiveria, applicazione e concentrazione di ieri sera, sicuramente non avrebbe ricevuto tutte le critiche e le colpe che le sono state imputate negli ultimi due mesi. Solo un errore, anche se grave, durante tutti i 90′. Quell’appoggio sciagurato e troppo superficiale di Zapata a centrocampo in occasione della rete del pareggio di Messi. Per il resto si è vista finalmente una retroguardia all’altezza della situazione.
Tutti positivi, chi più chi meno, sono stati i difensori del Diavolo. Buona la prova di Amelia che era quello su cui si annidavano i maggiori dubbi visto che ormai, nelle gerarchie di Allegri, è scivolato addirittura al terzo posto fra i portieri a disposizione. Discreta la prova dei due laterali anche se ieri, come è giusto che fosse, hanno pensato molto più a difendere che ad attaccare. Positivo anche Mexes che era chiamato ad una prova d’orgoglio dopo la disastrosa prestazione contro la Juve culminata con l’espulsione e le quattro giornate di squalifica. Senza sbavature, a parte come detto quella in occasione del gol di Messi, la prestazione di Zapata che ha offerto giocato sicuramente la sua miglior partita stagionale confermando i progressi mostrati contro l’Udinese. Ma, l’elemento fondamentale per gli equilibri e la compattezza mostrata nella notte di Champions, è stato senza ombra di dubbio Nigel De Jong.
Lo sappiamo che parliamo di un centrocampista, non siamo usciti fuori di senno. Ma l’olandese ha offerto ancora una volta una prova enorme, un vero leone in mezzo al campo che non ha lasciato un centimetro agli avversari. Davanti alla difesa il suo contributo ha garantito solidità e messo in difficoltà i blaugrana. Ed è proprio per quello che è servito e serve di più, è lì che ieri ha fatto la differenza. Un muro invalicabile che ha contribuito a subire poche vere occasioni, piuttosto che costruire gioco, cosa che da sempre, nella sua idea di calcio, Allegri chiede alle mezzali. È il valore aggiunto per aggiustare i limiti della retroguardia che con lui in campo ha un alleato in più e che grazie alla sua grinta ieri sera ha avuto ritmo ed attenzione. Un vero top player, insomma, che soprattutto nelle “partite che contano” riesce a dare il meglio e a caricarsi (e caricare i compagni) ancora di più. Del resto era lecito attendersi questo da uno della sua esperienza e caratura internazionale: non si è a caso titolari nell’Olanda vicecampione del Mondo e per tanti anni in una squadra come il Manchester City.