Brocchi allenatore ha molta fiducia nei nuovi talenti italiani, ma secondo lui si deve ancora lavorare molto: “Siamo lontani dal tirare fuori dei giovani pronti per giocare a grandi livelli, a differenza di altri paesi dove fanno un lavoro che è partito 10 anni fa e che quindi trova i primi frutti in questo momento – ha raccontato in una lunga intervista a ClassCNBC – ci sono tanti giovani che possono diventare giocatori importanti anche per il Milan. L’ultimo che mi viene in mente ed è storia recente è Alessandro Matri. Lui è partito dalle giovanili del Milan poi ha fatto tutto un suo percorso e ora è tornato”. Christian coi suoi ragazzi sta provando ad impostare un lavoro che possa dare i suoi frutti nel lungo periodo, magari che porti qualcuno di loro a giocare in prima squadra, soprattutto però vuole far capire che alla qualità dei singoli si deve unire anche la collaborazione: “non basta solo avere più qualità degli altri, dagli allievi in poi devi incominciare ad avere anche una serie di cose che ti portano a scendere in campo la squadra. Sono un bel gruppo ma in campo erano molto anarchici, ognuno cercava di fare la giocata fine a se stessa. Invece per arrivare a vincere a crescere e arrivare a degli obiettivi devi mettere in campo altre cose. Io sto lavorando per quello.”
Brocchi torna poi ad essere semplice giocatore e amico per difendere Kakà : “A me fanno sorridere queste persone che dicono che Kakà non può dare al Milan quello che ha già dato. È normale che quando hai 20 anni hai le bombe nelle gambe, questo è fuori discussione, ma magari nella testa non sei forte come quando ne hai 30 e io sono convinto che Ricky abbia delle grandissime motivazioni, abbia delle grandissime qualità, perché la qualità non la perdi” e pensa che col suo ritorno potrebbe trascinare la squadra ad insidiare Napoli e Juve: “In questo momento a Napoli stanno vivendo un momento di grandissimo entusiasmo. I giocatori sono in una condizione psicofisica delle migliori e danno il massimo. Anche se penso che la Juve nonostante tutto sia un gradino sopra ancora alle altre e il Milan sicuramente come ha dimostrato tante tantissime volte non mollerà mai un secondo e tornerà a giocarsi quello che è giusto che si giochi.”
E pensando al passato è contento di aver condiviso la sua carriera con dei grandi campioni, anche se nel Milan di adesso: “Con un po’ di presunzione giocherei, molto di più di quello che ho giocato nel mio Milan. Logicamente in un centrocampo a 3 dove avevo un Pirlo ai massimi livelli della sua carriera, Gattuso e Seedorf al massimo, questi erano i tre titolari. Poi c’eravamo io, Ambrosini, e c’erano altri giocatori che ruotavano attorno al centrocampo. Quindi era logico avere uno spazio in meno rispetto ad adesso. Ora in realtà essere un giocatore del Milan sotto un certo punto di vista può essere meglio perché hai più possibilità di giocare, più possibilità di avere continuità.”
This post was last modified on 2 Ottobre 2013 - 15:56