Mercoledì sera, infatti, Birsa è mancato. Ha agito largo (probabilmente troppo) sulla fascia destra d’attacco, una posizione non nuovissima ma nemmeno l’ideale, senza mai incidere. Si è nascosto e ha deciso di fare poco per liberarsi, sbagliando stop, appoggi e con 0 tiri in porta. Non solo, ha sofferto vistosamente il suo diretto avversario Adriano, che ha avuto vita facile a contenerlo e superarlo. Insufficiente e inconsistente, un passo falso comprensibile per un calciatore che non ha un’esperienza così invidiabile in Europa. Giusto però pretendere di più perché può dare di più, lo ha dimostrato bene in Serie A fino adesso. Contro il Barcellona serviva sacrificio ed aiuto in fase difensiva, compiti difficili per qualsiasi trequartista o attaccante ma necessari se, come successo, si voleva cercare l’impresa. E’ bastato un pareggio. Le stesse direttive che Allegri ha chiesto a Kakà, l’opposto di Birsa nello scacchiere del Milan. Ma anche nella prestazione.
E’ stata senza dubbio la notte di Ricky, sia per l’assist magico per il vantaggio di Robinho ma soprattutto per il resto: corsa e rincorsa, dedizione e copertura. Caratteristiche che ha messo a disposizione con estrema semplicità, rispetto e bellezza. Quelle che non hanno funzionato con Birsa, forse sofferente per la presenza ingombrante in campo del brasiliano, che in pochi giorni e dopo pochissimi minuti ha dato la sensazione di cancellare quello che Valter era riuscito a dimostrare. Ma nessuno lo dimentica. Semplicemente c’è campione e normalità, ci sono Kakà e Birsa.
This post was last modified on 24 Ottobre 2013 - 17:02