Ieri il Presidente della Lega Calcio, Beretta era stato chiaro e aveva lanciato l’allarme: “Rischiamo di consegnare le chiavi degli stadi a piccole minoranze di esagitati”. Durante la presentazione di Italia-Armenia gli ha risposto Giancarlo Abete: “Bisogna fare attenzione, all’applicazione della norma. Nell’ambito delle procedure serve che la norma sia sanzionatoria e non si presti a strumentalizzazione da parte degli stessi soggetti”.
Il prossimo consiglio della FIGC esaminerà il problema della discriminazione territoriale, ma la data non è ancora stata stabilità perché c’è il procedimento di appello rossonero in corso. “È necessario – ha continuato Abete – interpretare la fattispecie discriminatoria, cerchiamo però di non diventare ridicoli nel far passare delle forme di offesa triviale come forme di goliardia o ironia, perchè non lo sono”.
E ancora: “Ogni forma di discriminazione va punita perché, come ha detto Malagò, non ci può essere discriminazione all’interno della discriminazione. Ci sono però degli step diversi – ha proseguito Abete – c’è l’approccio ironico che tutti noi ci auspichiamo nella dialettica naturale del tifo che vogliamo preservare, c’è l’offesa che è offesa e non discriminazione territoriale e c’è poi la discriminazione territoriale. Per chi applica la norma ci deve essere una comprensione de fenomeno che consenta una giusta sanzione“. Abete ha però precisato che “il quadro normativo è internazionalmente riconosciuto: nessuno lo contesta anche perchè viene applicato in ambito delle competizioni europee”.