Non a casa, il terzino azzurro si schernisce quando lo definiscono un “giovane decano”: “Beh, fa un effetto strano. Non sono più un ragazzino ma nemmeno così avanti con gli anni. Eppure è vero, in una rosa come questa inizio ad avere una certa età… Spero di essere un buon esempio; sono molto legato al Milan, dove mi vedo a lungo. Ho ancora un anno di contratto, il desiderio è quello di restare“. A proposito di esempi, “Telepass” ne cita uno che tutti i giovani rossoneri dovrebbero prendere nell’estrema considerazione: “Kakà è un esempio illuminante per tutti, specie per i più giovani. Quando era infortunato arrivava al mattino e andava via la sera. Con quel che guadagna e che ha vinto in carriera potrebbe permettersi lo stretto indispensabile, e invece ha un comportamento da super top player. Ha tutto per tornare quello di una volta”. Abate, dunque, condivide in pieno i messaggi di mister Allegri sul fare gruppo: “Sono messaggi fondamentali. Abbiamo la fortuna di lavorare in un club come il Milan e in un posto come Milanello. E’ sbagliato pensare di venire qui soltanto a timbrare il cartellino, e poi andare a casa. Occorre dedicarsi al nostro lavoro a 360 gradi. Del resto la sua maggior qualità è l’equilibrio. Ci ha sempre trasmesso fiducia, anche nei momenti peggiori. Così come non si esalta. Sa gestire le pressioni e in questi tre anni non gli si può rimproverare nulla: ha fatto tutto ciò che doveva, compreso il miracolo dell’ultimo terzo posto“.
Chi, invece pare non passarsela bene è la difesa rossonera, con tredici gol subiti in otto partite: “Là dietro dobbiamo ancora crescere tanto, ma quando si subiscono 13 gol in 8 gare è riduttivo dare la colpa solo alla difesa. Galliani dice che è meglio se tornasse Thiago Silva piuttosto che Ibra? Mi sa che ha ragione lui, in questo periodo servirebbe di più un difensore (ride, ndr). D’altra parte Thiago è il più forte al mondo, riaverlo sarebbe tanta roba“. A proposito di difensori “mondiali”, Abate vuole rivolgere un pensiero a Sandro Nesta all’indomani del suo addio al calcio: “Dispiace. Per me è un grande amico, è stato un punto di riferimento fuori e dentro il campo. Il mio voto per lui non può che essere dieci”.
La chiusura non può che essere sul più chiacchierato dei membri della rosa meneghina, Mario Balotelli: “Deve capire che non è più un ragazzino e che certi comportamenti non vanno bene. Bisogna che cresca il più in fretta possibile. Il fatto è che ha potenzialità incredibili, di cui nemmeno lui si rende conto. Per me dopo Messi, Ronaldo e Ibrahimovic c’è lui. Chi è più matto tra lui, Ibra e Cassano? Tutti e tre. Ognuno a modo loro…”
This post was last modified on 25 Ottobre 2013 - 10:39