Il Milan non ci sta e non vuole passare per la squadra che vende i campioni, si accontenta del terzo posto in Serie A e si pone come traguardo minimo gli ottavi di finale in Coppa. Questi sono punti di partenza, linee guida, obiettivi che non si possono non raggiungere. Ma non è vietato fare di più, ci si sorprenderebbe volentieri. Anche perché nel resto del Mondo c’è chi canta le lodi di squadre che hanno in comune con il Milan quasi le stesse cose, ma senza che vengano considerate “non competitive” a priori. Anzi, in termini di vittorie dovrebbero invidiare casa nostra. Ma è pur vero che nel recente passato il Diavolo ha collezionato punti ma pochi successi, a differenza di diverse big. Senso e paradosso: i numeri parlano da soli ma non sempre rendono giustizia.
Galliani fa bene ad arrabbiarsi perché è l’unico modo per farsi davvero capire, ma non può nemmeno negare che, soprattutto a livello europeo, in questi anni il Milan non è stato nemmeno da podio. Per manifesta superiorità delle avversarie. Questo monito deve essere un motivo per migliorare, anche sul mercato. Kakà va più che bene, ma non cancella le debolezze che ancora ci sono in difesa e la mancanza di riserve a centrocampo. Perché quando si dà spazio solo al pallone i discorsi non valgono più. Ma la storia gloriosa del Milan è incancellabile.
This post was last modified on 6 Settembre 2013 - 17:48