A setacciare il letto del fiume milanista, ormai in secca di idee, gioco e volontà si trovano due solitarie pepite, Andrea Poli e Nigel DeJong. I due centrocampisti rossoneri sono gli unici insieme a un si spera ritrovato Robinho, ad uscire dal campo a testa alta nell’assurda partita di ieri sera al Dall’Ara.
Poli ha sui piedi le redini del gioco e non si lascia scomporre dal caos intorno a lui, continua creare spazi per l’offensiva milanista, a dare forza e spunti ai compagni e in questo caso anche cercare di coprire i vuoti lasciati da un assente Nocerino. È lui a siglare il vantaggio rossonero, sfruttando alla perfezione l’assist di Robinho, peccato che Matri non abbia fatto tesoro del suo esempio. La grinta dimostrata dall’ex doriano è un punto fermo, come lo è la muraglia DeJong. Nemmeno l’ammonizione ricevuta al 8′ di gioco lo scalfisce. Combatte, si sacrifica e non ha paura di intervenire con decisione. Diamanti fa fatica a passare il giocatore olandese che ne ferma spesso la corsa, a volte in maniera anche brusca, per buona parte del match. Ma DeJong non si limita a tenere il centrocampo e rientra spesso a coprire e rattoppare, dove può, una difesa del tutto persa. Domenica contro la Sampdoria non ci sarà nemmeno lui a contenere gli avversari, l’olandese era già diffidato e il giallo di ieri lo obbliga ad uno stop di una giornata. La speranza è che Poli riesca a mantenere la concentrazione e non si lasci influenzare dall’assenza del compagno di reparto, anche se sarebbe giunto il momento che a dare fiducia alla squadra non siano solo loro.
Ieri l’asse Poli-DeJong ha provato ad arginare le mancanze degli altri due reparti, ha trascinato, ha spinto e ha lottato, dimostrando di avere quella forza e quella giusta dose di cattiveria che manca a compagni ed allenatore. Chi sta in panchina non serve infatti solo a chiamare schemi e dare indicazioni, ma deve avere la testa per tenere unito il gruppo. Al momento ci stanno provando Poli e DeJong, adesso aspettiamo Allegri.