Il dirigente pugliese spiega le ragioni per la quali lui acconsentirebbe a tale iniziativa: “Si tratta essenzialmente di un discorso economico che parte dal fatto che siamo in una città dove entrambe le società hanno intenzione di trovare una nuova governance. Il calcio oggi è un’industria e quindi credo non sia da scartare che avvenga ciò che normalmente accade negli ambienti industriali o nelle banche, ovvero una fusione. Che, per me, sarebbe auspicabile piuttosto che avere due squadre che, per mancanza di investimenti, rischiano di perdere competitività ad altissimo livello. Questa suggestione parte dall’idea di creare una nuova identità che non sia semplicemente l’unione di due club che, per ragioni legate al bilancio, vogliono in questo modo dimezzare il parco giocatori e portare a casa due-tre campioni: andrebbe ristudiato tutto il modello di business, sarebbe una rottura col passato che però nasce da due grandi squadre cittadine. Il che non è poco in un mondo, come quello del calcio, che oggi ha bisogno di novità e che si nutre di nuove idee”. L’ostacolo principale, inoltre, sarebbe quello di mettere d’accordo tra di loro gli “odiati cugini” rosso-nero-azzurri: “Non devono vivere questo come una minaccia ma come una opportunità. Indubbiamente una fusione porta al problema delle rivalità cittadine e del mancato riconoscimento in quella che un tempo era la squadra del cuore. Però attenti: è meglio per i tifosi avere una nuova entità che può essere altamente competitiva in Europa oppure restare con due squadre che sono molto meno competitive rispetto a un tempo? Con una fusione si può trovare nuova linfa: dipende cosa viene proposto ai tifosi e come viene costruita la nuova società”.
Paolillo, in conclusione, avrebbe da proporre anche il nome di questa (utopistica) compagine: “Chiamarsi ‘MilanInter’ non sarebbe affatto male. E poi una maglia rossonerazzurra era già stata utilizzata per un’amichevole nel passato, quindi…”
This post was last modified on 25 Settembre 2013 - 15:26