Un Milan double-face diventa rompicapo per Allegri, ma è lui il primo in grandissima difficoltà

Dubbi Milan(spaziomilan)Poniamoci alcune domande tanto per cominciare: qual è la vera faccia di questo Milan? Quella della difesa che prende gol da terza categoria direttamente su rilancio del portiere? Quella di una dirigenza dagli acquisti mediatici ma ultimamente molto poco incisivi sul campo? Quella di un mister dai cambi col timer (’60, ’70 e ’85 circa, se non succede nulla di grave) e dalle poche idee e dalle limitate soluzioni? Quella di un attacco sprecone che si ritrova a segnare sempre all’ultimo, ma che nonostante tutto segna sempre? Questo continuo gioco tra il dottor Jekyll e mister Hyde ha un po’ stufato.

Se gli Hyde Zapata e Abate non sanno difendere come ci si aspetta dalla retroguardia del Milan non si può far altro che provare soluzioni nuove. Poli, Nocerino, Vergara e Silvestre potrebbero essere provati. Tanto, ormai. E in più Mexes non è il leader che ci si aspettava e a tenere a bada il collega colombiano non ci riesce proprio. Il primo gol di Laxalt è davvero imbarazzante. La comunicazione nel reparto manca completamente e la concentrazione non è mai abbastanza alta. Altro che Hyde, qua sconfiniamo nell’horror puro.

A volte è Hyde anche l’attacco rossonero. Col Torino e col Napoli Balo alla riscossa con poco successo, a Verona neanche ci abbiamo provato, a Bologna Matri si mangia più gol di quante occasioni ha avuto. Inzaghi per lui resta ancora solo un mito da sognare, insomma. Poi ogni tanto si risveglia il buon dottor Jekyll che sistema i casini di Hyde. E allora Binho ieri sera e un rigoruccio a Torino salvano il retro della medaglia rossonera.

Resta il fatto che 5 punti in 4 partite sono pochi e ancora ci troviamo qua a parlare di panchina traballante. Che Allegri non sia uno che parte forte si è detto, ridetto e stradetto. Quello che però bisogna sottolineare è che una squadra che punta al titolo non può permettersi di perdere con le piccole. In una stagione, poi, dove potrebbe andare a finire di giocarsela punto a punto con più di una squadra. Roma e Napoli avvertono l’Italia intera e non è uno scherzo.

Allegri intanto resta con in mano questo rompicapo rossonero, non ne viene a capo e continua ad arrovellarsi alla ricerca dell’alchimia giusta. Ora infermiere di un paziente schizofrenico, ora riparatore professionista munito di toppe e scotch, ora, semplicemente, allenatore di una squadra psicologicamente debole. Il Milan di questi tempi è come un esaurito nervoso con momenti up e momenti down. Gioca bene ma concretizza poco o niente, subisce da impazzire incassando più del necessario. Poi si sveglia in maniera imprevedibile e raddrizza tutto. Difese thriller (dove il colpevole è spesso il maldestro Zapata), offensive action, con finali al cardiopalma. Forse è questa la sintesi di un Milan da curare.

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