Serve tornare indietro di quasi 3 mesi esatti, al 2 giugno, quando ad Arcore, in una cena attesa, delicata e decisiva, con la panchina di Allegri appesa ad un filo, che ha sancito la riconferma dell’allenatore, stabilito la mancanza di un “tesoretto” da spendere per rinforzare la rosa ed emesso una ferma precisazione: dall’anno prossimo (quindi questa stagione) la rosa sarà composta da 25 giocatori. Ma, facendo un semplice calcolo, il nuovo Milan 2013/2014 ne presenta 29. Vero è che a livello generale c’è stato uno sfoltimento, un anno fa i numeri parlavano di più di 30 calciatori, però non si può nascondere il fallimento di alcune partenze, preventivate e non riuscite: mancanza di offerte ed ingaggi non indifferenti le principali ragioni. 3 tra Zaccardo, Nocerino, Traoré e Niang, in sostanza, sono in esubero; anche Emanuelson, tornato però ad essere considerato una risorsa all’improvviso. Se ci fossero stati questi addii si sarebbe arrivati a 26 (l’”intruso” sarebbe Coppola al posto dell’infortunato Gabriel che non intacca troppo il discorso), la quota stabilita da Berlusconi, Galliani e Allegri presso Villa San Martino e lasciata passare come diktat insindacabile. E invece così non è stato.
Un difensore ed un centrocampista sarebbero serviti come il pane, ma il Diavolo cercava un rinforzo di qualità e non solo di riempimento. Peccato. A titolo definitivo arrivano Kakà, Coppola e Vergara, in compartecipazione Poli e Saponara; in prestito Silvestre. Lasciano il Milan Ambrosini, Boateng, Flamini, Strasser, Taiwo, Yepes e Bojan; prestito per Didac Vilà, Salamon, Oduamadi e Petagna. Più diverse occasioni esterne per ex Primavera come Ganz, Lora, De Feo e Kingsley Boateng. 6 acquisti, 11 cessioni e la sensazione che a questa squadra manchi ancora più di qualcosa per competere al successo. Con la Champions ancora nel DNA, ma senza aver speso nulla del denaro incassato dal passaggio dei playoff contro il PSV.
This post was last modified on 3 Settembre 2013 - 20:04