Nella grigia e deludente nottata di Torino ci mancava soltanto lo spettro dell’infortunio di Ricardo Kakà. Sì, perché il secondo esordio del brasiliano in maglia rossonera probabilmente non avrà entusiasmato, non avrà luccicato, ma qualche buon presagio in una serata dalle tante bocciature ce l’aveva lasciato. E adesso? Adesso possiamo soltanto aspettare e sperare. Sperare di non doverlo lasciare subito, appena ritrovato, sperare di non doverlo rivedere ai box come tante volte è accaduto negli ultimi anni di Madrid.
Il Ricardo Kakà visto ieri sera non è un giocatore di livello assoluto, ma lo sapevamo. Nella prima frazione ha faticato non poco, disorientato da una squadra che sembrava non aver nulla da dire e da due compagni di reparto tanto irritanti quanto spenti. Giocare la palla, trovare corridoi in una situazione così precaria, purtroppo, si è rivelato praticamente impossibile. Ricky, dunque, è sprofondato nell’anonimato, insieme ai compagni, incapaci di rispondere per le rime alla voglia e al coraggio granata.
Molto meglio, invece, la seconda frazione di gioco: il brasiliano, infatti, da vero leader ha saputo prendere in mano la squadra e messo al servizio dei compagni tutta la sua voglia di rivincita, qualche buono spunto e qualche sprazzo di classe. Per fortuna, perché questo Milan di un po’ di qualità e di qualche piede buono ha davvero bisogno come l’aria. Proprio per questo la notizia di un suo eventuale stop ai box spaventa e fa pensare: se mancasse anche Kakà questo Diavolo così timido e anonimo a chi potrebbe affidarsi? La Champions incombe, la corazzata Napoli sembra non avere paura di nessuno. Urgono risposte dall’infermeria. Positive, possibilmente.