Lo dimostra la storia, lo confermano le ultime coppe alzate: con una squadra di soli giovani non si vince nulla. Almeno in Italia, dove Udinese e Sampdoria (le due squadre con età media più bassa della Serie A) ai blocchi di partenza risultano una appena eliminata dall’Europa League e l’altra già immischiata nella parte bassa della classifica. I 31 anni di Kakà non possono e non devono ingannare i tifosi milanisti: Pirlo con un anno in più sulle spalle nell’ultimo anno a Milanello sembrava sulla via del tramonto. Ma quando si hanno piedi buoni, si può giocare anche (quasi) da fermi. E anche un mezzo Kakà, in questo campionato, fa la differenza.
Il “progetto giovani” messo in piedi da Galliani e Allegri dal giugno del 2012 sta prendendo sempre più corpo. Due senatori come Ambrosini e Yepes sono stati lasciati partire in cambio di Poli e Vergara: 42 anni in due. A centrocampo si sono aggiunti poi Cristante (18 anni), Birsa (27) e Saponara (21). Davanti Matri con 29 anni garantisce esperienza e usato sicuro, che in mano ad un allenatore attento ad ogni particolare come Allegri non guasta mai. E proprio lo stesso tecnico rossonero nella vigilia del match contro il Cagliari aveva dichiarato che “abbiamo dato troppa pressione ad alcuni ragazzi che potrebbero giocare ancora in Primavera”. Tradotto, basta paragoni Petagna-Vieri, Cristante-Pirlo o Vergara-Thiago Silva: la strada per fare la metà di quello che hanno fatto quei grandi campioni non è nemmeno iniziata.
La rosa a disposizione di Allegri conta sei giocatori over-30 e nove under-23: numeri che testimoniano che la linea portata avanta dalla società è quella giusta. Per togliersi soddisfazioni ci vorranno esperienza, coraggio e piedi d’oro. E sugli ultimi non abbiamo dubbi di averli fin da subito.