Neanche dieci minuti e l’amichevole contro il Chiasso può essere diventata, improvvisamente, la chiave di volta della stagione di Nocerino. Sì, perché quella verticalizzazione firmata Ricardo Kakà, capace di metterlo in un baleno davanti alla porta, ha risvegliato in tutti i tifosi rossoneri l’entusiasmo e il ricordo del finalizzatore letale e formidabile ammirato due stagioni fa.
Quei dolci ricordi, però, si erano trasformati in un presente amaro una volta che Ibrahimovic è salito sul volo per Parigi. Quante volte abbiamo parlato di come il Noce si fosse smarrito e avesse perso la via del goal una volta rimasto orfano dello svedese? Davvero tante, tantissime. La stagione post Ibra, non a caso, è stata estremamente deludente e spoglia di qualsiasi spunto degno di nota. Quest’estate, non a caso, le sirene di mercato lo volevano scontento e desideroso di cambiare aria: chi diceva che fosse vicino sia al nuovo Napoli di Benitez, chi inserito in un eventuale, clamoroso scambio con Ricky Alvarez dell’Inter. Alla fine, però, anche in virtù di un pre campionato giocato con le unghie e con i denti, la cessione non è andata in porto.
Nocerino è rimasto, dunque. E, alla fine dei conti, gli ultimi scampoli di mercato sembrano avergli regalato un ottimo, validissimo motivo per restare. Con l’arrivo di Kakà, infatti, la qualità è tornata di nuovo al suo servizio: chi meglio di Ricky potrebbe vedere e coronare al meglio i suoi eventuali inserimenti? Ricardo illumina, Noce finalizza: ripensare agli schemi di due anni fa ora non è più peccato.