L’impotenza è dura da digerire, il mercato “mancato” ancora di più. Ma c’è un dato incontrovertibile…

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Editorialista per IlSussidiario.net, collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason.

C. Pradelli - Direttore SpazioMilan.it
C. Pradelli – Direttore SpazioMilan.it

La partita dell’impotenza è sempre la più difficile da commentare: ti danni, paghi più del previsto e a volte parli di sfortuna quando invece non ti rendi conto di non essere all’altezza. Già, inutile nasconderlo: Milan-Napoli, una volta tanto, rispecchia i veri valori in campo. E la sensazione è che, senza infortunati, qualcosa in casa rossonera possa migliorare solo sulla fascia sinistra. Anche ieri, per poco, i ragazzi di Allegri non raddrizzavano in extremis la partita come fatto una settimana fa a Torino. Peccato che, nell’eventualità, le due gare in comune avrebbero avuto solo il risultato: all’Olimpico è bastato giocare cinque minuti per sistemare le cose, ieri non è bastato giocare a buoni ritmi per gran parte del primo tempo e nel cuore della ripresa. Perché il Napoli, semplicemente, è più forte.

Basterebbe ammettere questo e risolveremmo un po’ di problemi: ci renderemmo conto che effettivamente questa squadra può avere come massimo (ma massimo) obiettivo il terzo posto e forse vivremmo “meglio”. Senza bisogno di attaccare sarcasticamente il mercato al risparmio di mago Galliani, senza processi inutili (per ora) all’allenatore, senza tirare in ballo l’apporto del presidente impiegato a difendersi in altri lidi e sicuramente poco “preso” al momento dalle cose rossonere. La vetta è a otto punti, il terzo posto a sei: se tutto va bene, ci aspetta una stagione fotocopia di quella scorsa. Errore nostro, probabilmente, pensare che il rodaggio dello scorso anno potesse avvantaggiarci in questo 2013/2014. Errore societario credere che Zapata, costo sei milioni, potesse risolvere i problemi della difesa per i prossimi dieci anni.

Non serviva Matri? La risposta è da ricercare nel recupero ancora molto lungo (eh sì) di Pazzini. Non serviva Kakà? Aspettiamo che recuperi e prenda il giro, poi ne parleremo. Come si spiegano i vari Emanuelson, Birsa, Constant, Niang? Scommesse, spesso nate da favori ad “amici” procuratori. Gli stessi che, poi, ti permettono di acquistare Balotelli, di “liberarti” dei vari Traoré e Antonini e di presentarti con una certa credibilità agli occhi dei presidenti dei top club europei. È un rompicapo, ai tifosi spesso non interessa e probabilmente è giusto così, ma resta il fatto che questa squadra è l’unica italiana sempre in Champions negli ultimi cinque anni: chiamateli specchietti per le allodole, forse lo sono, ma dimostrano che alla fine (quasi sempre) gli obiettivi in casa Milan si raggiungono. Siamo alla quarta, serve sostegno. E tanta, tanta pazienza.

Twitter: @Chrisbad87

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