Anche Daniele Daino, che ha militato nel Milan tra il 1996 e il 1998 (con una fugace apparizione anche nella stagione 2000-2001), ha espresso la sua opinione in merito al ritorno di Kakà. Ai microfoni di IlSussidiario.net, l’ex difensore rossonero ha specificato che “l’arrivo di Kakà non è dovuto alla mancanza di altri acquisti: Kakà torna al Milan perché è un giocatore forte“. In merito alla soddisfazione dei tifosi: “I tifosi sono molto affezionati a Ricky per quello che ha dato al Milan“. Sul rischio che il ritorno del magico 22 abbia analogie con quello di Shevchenko: “Quando Sheva tornò, era un giocatore finito. Kakà, invece, non lo è ancora“.
E per quanto concerne l’attuale valore di Kakà: “E’ un grande calciatore, che ha giocato poco al Real Madrid. Diciamo che il fatto di aver riposato molto in Spagna gli ha consentito di mantenersi molto integro fisicamente, ancora in piena forma“. Su un’ipotetica incompatibilità tra il ritorno di Ricky e la recente politica rossonera, orientata verso la linea verde: “Kakà si potrà ben integrare nel Milan dei giovani, portando tutta la sua classe, la sua tecnica incredibile e la sua esperienza“.
Per quanto riguarda El Shaarawy: “Non ci saranno problemi tra Stephan e Ricky. Se qualche squadra offrisse molti soldi per El Shaarawy, il Milan dovrebbe accettare. Il calciomercato del calcio moderno è cambiato: quando arriva un’offerta importante, bisogna accettarla subito“. Infine, un commento sulla difesa: “La retroguardia rossonera è di bassissimo livello: i due centrali, Zapata e Mexes, sono giocatori scarsi. Non capisco, in questo senso, perché dare cinque milioni d’ingaggio a Mexes, che è veramente un giocatore di limitate qualità tecniche“.