Gli uomini di Neil Lennon, campioni di Scozia in carica e approdati alla fase a gironi dopo avere eliminato sul filo di lana i kazaki dello Shakhter Karagandy, fanno dell’aggressività e della corsa le loro armi migliori. Il Celtic è solito schierarsi con un 4-4-2. Ritmo, intensità e aggressività. Sono queste le chiavi dello schema di Lennon. Gli esterni di difesa e i centrocampisti, che partono corti e compatti e adottano una filosofia di gioco di stampo difensivo, corrono alla follia e applicano un pressing asfissiante. Così facendo, ricorrendo anche alle cattive, tentano di arginare le trame avversarie e di ripartire con efficacia e rapidità. La coppia d’attacco, in linea di massima formata dall’esperto Samaras e da uno tra i giovani Tony Watt e Teemu Pukki, è in grado di abbinare potenza e imprevedibilità ma non è di certo una delle più forti d’Europa. Il Celtic, che si distingue per intensità e furore, manca di giocatori in possesso di tecnica e senso del gioco. Ciò nonostante, dal momento che si chiude bene e gioca con impeto, può mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Ecco spiegato come, durante la scorsa stagione, gli scozzesi siano riusciti a mettere al tappeto il Barcellona. Eroe di quella serata era stato il portiere, Fraser Foster, capace di infondere sicurezza al reparto e di mettere a segno interventi di fondamentale importanza.
Pur mancando di fosforo e qualità, gli Hoops (questo è il loro soprannome) sono sempre un ostacolo insidioso, specie se affrontati a Celtic Park. Ma il Milan, in quanto superiore dal punto di vista tecnico, non deve avere timore. Il catenaccio scozzese, giocando i rossoneri da grande squadra, può essere disinnescato. L’importante è scendere in campo con determinazione e cognizione di causa. Avanti, vecchio Diavolo, la Scozia deve diventare (di nuovo) un tuo feudo!
This post was last modified on 14 Maggio 2014 - 22:37